Ragazza incinta quasi violentata da migrante: “Non è più il mio paese”

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Non si dà pace la ragazza di 19 anni che domenica sera è stata aggredita mentre stava passeggiando col cellulare in mano, scendendo le scale della stazione di Canegrate. Un’aggressione brutale, un tentativo di stupro.

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«All’improvviso ho sentito che qualcuno mi stava seguendo, e mi sono ritrovata per terra – racconta ancora terrorizzata -. Mi ha afferrato alla gola, mettendomi una mano davanti alla bocca per non farmi urlare e poi mi ha spinto a terra con violenza».

«Pensavo volesse violentarmi, ma poi ha sentito che arrivava qualcuno, mentre io cercavo di urlare ed è scappato via col mio cellulare. Se non fosse arrivato nessuno, avrebbe commesso un abuso».

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Il bastardo è stato descritto dalla ragazza come un giovane sudamericano alto e robusto, con una maglietta nera e alcuni disegni impressi e un paio di jeans corti: «Ho cercato di urlare e di divincolarmi, ma non mi ha dato tregua. Mi ha rotto anche gli occhiali. Poi sono stata soccorsa da alcune signore di passaggio».

L’ambulanza ha poi accompagnato la 19enne, incinta di cinque mesi, al Pronto soccorso: «Di notte non ho dormito. È stato davvero un terribile choc. Scriverò una lettera al sindaco, perché questo non è più il mio paese. Non è possibile passeggiare alle 20 ed essere aggrediti». E’ possibile, anzi probabile, nella società multietnica.