Rapina in villa a Lanciano. Coniugi picchiati e legati, tagliato orecchio alla moglie, parla l’uomo: “Pensavamo di morire, invece ce l’abbiamo fatta. Nonostante la paura. Sono venuti a casa a macellarci”
Carlo Martelli ha il volto tumefatto per i colpi, un collare che gli tiene il collo rigido, ha problemi a una vertebra:
“Ricordo di aver visto una lucina, come di un cellulare. Poi sono cominciati i colpi. Sono stato sbattuto a terra, mi hanno legato i piedi, le mani dietro la schiena. Hanno usato i cavi del computer”.
Sua moglie: “L’hanno portata nella stanza, era legata anche lei. Uno diceva: la faccio a pezzettini se non mi dite dov’è la cassaforte. Gli ho risposto che non abbiamo mai avuto una cassaforte”.
E per dimostrare che facevano sul serio, hanno tagliato l’orecchio destro a sua moglie: “Io ero come tramortito dalle botte, non ho visto bene chi sia stato. Pensavamo di non uscirne, da questa situazione”.
“Quando è uscito ripeteva, se non trovo i soldi, vi facciamo a pezzetti. Alla fine ci hanno chiuso dentro e se ne sono andati. Poi di colpo ho sentito qualcuno che rigirava la chiave nella porta. Ho pensato, sono tornati per ammazzarci”.
La domanda che tutti aspettavano: Erano italiani o stranieri?
“L’unico che parlava davvero era italiano, mi sembrava avesse un accento del sud. Direi che era comunque padrone della nostra lingua”. Si ferma, ripete: “Mi hanno massacrato di botte prima che potessi dire una parola. Allucinante”.