Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il ‘decreto Pamela’ che ha unificato i precedenti testi su sicurezza e immigrati.
Si tratta, per il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di “un passo in avanti per rendere l’Italia più sicura”. Il decreto, per il vicepremier, consentirà di “combattere con più forza mafiosi e scafisti, ridurre i costi di un’immigrazione esagerata, espellere più velocemente delinquenti e finti profughi”.
🔴 #DecretoSalvini Sicurezza e Immigrazione, alle 12.38 il Consiglio dei Ministri approva all’unanimità!
Sono felice😁.
Un passo in avanti per rendere l’Italia più sicura.
Dalle parole ai fatti, io vado avanti! pic.twitter.com/VvWdKgfxkS— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 24 settembre 2018
Ricordiamo che, essendo un decreto, è immediatamente legge. Manca solo la firma di Mattarella, ma è, a meno di suicidio politico del presidente abusivo, una formalità.
Prevede anche una piccola grande riforma della legge sulla Cittadinanza italiana, fortemente voluta dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
I nuovi paletti posti dal ministro dell’Interno nel decreto – che quindi diventa legge appena firmato dal presidente della Repubblica – per poi essere convertito in legge dal Parlamento, taglierà di molto il numero dei possibili “nuovi italiani”: ricordiamo che ogni anno, 200mila non italiani lo diventano sulla carta, è una sostituzione etnica che rischia di sommergerci come popolo.
Il decreto legge renderà molto più difficile ottenete la cittadinanza italiana.
I tempi burocratici (sommati a quelli per averne diritto) per ottenere la cittadinanza italiana, sia per matrimonio che per residenza, si allungheranno da 2 a 4 anni. Un modo per diluire nel tempo la sostituzione etnica. Un inizio.
PALAZZO CHIGI, IL CAPITANO PRESENTA IL #DECRETOSALVINI
In diretta da Roma, Palazzo Chigi, è nato il #DecretoSalvini Sicurezza e Immigrazione, ve ne parlo!
Posted by Matteo Salvini on Monday, September 24, 2018
E ancora, il richiedente dovrà dimostrare di avere un reddito pari a quello previsto per l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria, si dovranno ottemperare regolarmente gli obblighi fiscali e infine i richiedenti non dovranno avere, come si legge nel testo della bozza “a carico proprio o dei familiari conviventi, provvedimenti dell’autorità di pubblica sicurezza, giudiziari o di condanna, anche non definitiva, nonché concreti elementi di pericolosità sociale o di non irreprensibilità della condotta”.
Non è il ritorno allo ius sanguinis, e non poteva essere in questo decreto. Ma si va comunque verso una versione più restrittiva della legge sulla Cittadinanza: dopo anni in cui abbiamo respinto l’attacco dello ius soli, ora siamo noi all’attacco. Il pendolo ha cambiato direzione.
Un altro punto interessante è l’abrogazione dell’obbligo per i Comuni che ospitano richiedenti asilo, dell’iscrizione all’anagrafe dei ‘profughi’ con relativo rilascio di carta di identità: insomma, niente residenza come avveniva fino ad ora con le circolari Alfano/Minniti.
Benone chi commette crimini di questo genere macabro… se ne torna a casa sua…senza permesso di nessun genere!
Grande viva Matteo Orgoglio Italianoooo