Milizie nigeriane in Italia: “Stanno armando i profughi per la guerriglia”

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“Bande di immigrati si stanno appropriando di intere aree del territorio e si stanno preparando alla guerriglia etnica in stile africano”

“Gruppi di migranti nigeriani che in un primo momento collaboravano con le mafie per lo sfruttamento della prostituzione ed il traffico delle droghe, ora stanno organizzando bande paramilitari per controllare il territorio italiano”, a rivelarlo un articolo del “Times” del 29 giugno 2017, a cui si sono aggiunte pubblicazioni del “The Guardian” dell’agosto scorso. Parlano di gang criminali nigeriane e centrafricane che operano in Italia, già soprannominate dall’intelligence britannica “I Vichinghi”:

“I membri sono soliti portare il machete come arma – riferiscono le fonti britanniche – hanno prima controllato il traffico di esseri umani, ed oggi usano il capoluogo siciliano come punto d’approdo e smistamento in Italia per centinaia di migliaia d’immigrati clandestini”.

Secondo la stampa inglese il territorio italiano sarebbe ora a forte rischio di “tribalizzazione territoriale”, ovvero le bande di migranti potrebbero appropriarsi di aree e difenderle come usano fare nelle zone del centro Africa già attraversate da guerre civili e atavici conflitti tribali.

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Rodolfo Ruperti, capo della polizia di Palermo, aveva dichiarato al Times che “la gang dei Vichinghi è sorta mentre la polizia sgominava l’organizzazione dell’Ascia Nera (struttura mafiosa nigeriana in Italia): quando elimini una gang, subito altre vengono a colmarne il vuoto”. Secondo le fonti britanniche si sarebbe ormai a cospetto di “organizzazioni molto gerarchiche, con capi presenti in ogni città”.

Il rischio secondo gli inglesi è che, messi alle strette (o progettando una supremazia sugli italiani) potrebbero anche armare i centri d’accoglienza, e coloro che vivono nei palazzi occupati, per fronteggiare le forze dell’ordine in eventuali focolai di guerriglia urbana: l’esempio dello sgombero nei pressi di Roma-Termini avrebbe potuto avere di queste conseguenze.

L’ulteriore restrizione dei flussi migratori verso la Gran Bretagna sarebbe stata operata dal governo di Londra dopo le relazioni dell’intelligence. Di più, il caso italiano sarebbe oggetto di studio e preoccupazione, al punto che Scotland Yard avrebbe consigliato maggiore controllo sui voli in entrata dall’Italia, e perquisizioni accurate sui vettori su rotaia e gomma che attraversano il canale. Dal canto loro i francesi hanno già in due occasioni fronteggiato gruppi paramilitari nelle banlieue parigine, ricorrendo all’esercito in supporto alla Gendarmerie.

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Ma la politica italiana sarebbe quella di non allarmare la popolazione circa il rischio d’assalti da parte di gruppi “paramilitari extracomunitari”. Anche se bande sudamericane avrebbero già il controllo d’una decina di edifici a Milano e d’una zona non ben definita a Genova. Va rammentato che lungo l’Adriatico sarebbero già state segnalate bande di africani. Qualche funzionario di polizia ventila che ordini superiori avrebbero minimizzato il fenomeno, etichettandolo come ininfluente sotto il profilo dell’ordine pubblico. Evidentemente necessita attendere che si manifestino con i fatti, e cioè non basta qualche stupro o rapina per gridare al fenomeno diffuso.

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Occorre che bande paramilitari di migranti assalgano aziende agricole e piccoli centri rurali, che s’approprino arma alla mano di pezzi del Paese… allora forse lo Stato democraticamente sonnacchioso si desterà, forse proponendo di dialogare con gli eventuali nemici. Il Papa ci dirà di perdonare loro ogni peccato, ma soprattutto qualcuno ci rammenterà che prima di tutto sono rifugiati politici.

Così, alcuni mesi fa, il giornale inglese di sinistra Guardian. Prima dell’avvento di Salvini abbiamo importato una massa di sedicenti profughi con traghettamenti quotidiani dalla Libia, rifornendo queste bande criminali nigeriane in particolare e africane in generale di nuovi accoliti. Di sempre nuova manovalanza criminale.

Tanto che ora possiamo parlare di ‘bande paramilitari’ che iniziano a controllare il territorio e a creare enclave etniche che difendono con le armi. A quando la richiesta di indipendenza guidata da un imam di Boko Haram nei dintorni di Castel Volturno, già oggi occupata da decine di migliaia di clandestini africani?

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I criminali che erano al governo hanno creato le condizioni per una brutale guerra etnica che insanguinerà la penisola. L’unica speranza è che Salvini riesca a rimpatriare il mezzo milione di clandestini che è la spina dorsale di queste bande di criminali africani che occupano il territorio.

Già oggi, per evitare la guerriglia delle bande paramilitari che occupano intere palazzine e quartieri (noto il caso delle palazzine olimpiche di Torino), le cosiddette autorità pagano i ‘migranti’ per ‘stare buoni’ e regalano loro case. Minniti lo disse: trovare case prima di sgomberarli.

Stiamo creando piccole Gaza sul nostro territorio ‘grazie’ al delirante e criminale progetto targato PD-Vaticano di ‘ripopolamento’ del territorio. Verrà il giorno in cui la guerriglia deflagrerà, e allora i patrioti avranno libertà di liberare il territorio. Sarebbe intelligente liberarlo prima. La guerra non è in Siria, è nelle nostre città: dobbiamo metterci in testa di combatterla.

Il ‘decreto Pamela’ è elemento necessario in questo scenario. Necessario, non sufficiente.




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