Il sindaco di Magenta, Chiara Calati, aggredita con un’amica da un immigrato egiziano che giovedì sera si aggirava per le vie del centro dando in escandescenze e minacciando di spaccare tutto. Donne comprese.
Le due si sono rifugiate nell’auto parcheggiata, che è stata colpita e danneggiata dall’africano. Sul posto sono immediatamente intervenuti i Carabinieri, che hanno fermato l’egiziano e salvato le due donne.
«Passata la paura – ha detto Calati – resta un brutto segno sul cofano della macchina». La sindaco si è rallegrata dell’arresto («non può che farmi piacere») e ha ringraziato non solo i Carabinieri per la «tempestività» e l’«egregio lavoro svolto» ma anche «di cuore tutti i cittadini, le forze politiche e i loro esponenti per le numerosissime testimonianze di vicinanza e di affetto relative al brutto episodio di cui siamo state protagoniste nostro malgrado».
L’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato fa luce sulla vicenda: «A Magenta – ha detto – da oltre 4 anni, ci sono 130 richiedenti asilo collocati in due diverse strutture dei quali, come per migliaia di altri, non sappiamo nulla: se, quanti e quando avranno o meno diritto all’asilo. Sono i guasti senza fine di un modello d’accoglienza fallimentare, che continua a fare danni evidenti».
Il sindaco salì alle cronache per avere negato l’uso di un tendone ai cristiani per non discriminare i musulmani. Non è servito: si sono turbati lo stesso!
Vista ora la vostra risposta…
Certo che dico ciò che penso. E lo dico, pur da solidale, confermando le valutazioni già espresse.
Poi si possono pure reinterpretare i significati di verbi e parole.
Io però, ragazzi, continuo a ritenere che:
– “Spaccare la testa” faccia pensare a ben altro che ad una botta d’entità ridotta;
– “Venire picchiata” non è assolutamente lo stesso che essere trascinata a terra;
– Le minacce educate sono perlomeno bizzarre. Al max, possono essere ‘velate’, parecchio diverse da un’ “intimazione”.
Comunque, sono sempre con voi.