Il ‘decreto Pamela’ è sempre più urgente. Le leggi attuali sono fatte a misura di criminale.
Accompagnati da un piccolo esercito di un centinaio di poliziotti a Fiumicino per essere espulsi e rimpatriati, sette tunisini partiti dal centro di espulsione di Torino, e altri otto provenienti da altri centri, sono stati «rilasciati» dopo ore di attesa in aeroporto perché l’areo per la Tunisia si era guastato e non poteva essere riparato.
Invece di utilizzare i C-130 dell’aeronautica per mandarne via centinaia alla volta, li imbarchiamo su voli di linea con scorte à la Saviano: 7 alla volta.
«Ci sarebbe da ridere se non fosse che la questione immigrazione è maledettamente seria» spiega Eugenio Bravo del sindacato di polizia Siulp.
L’areo avrebbe dovuto imbarcare immigrati espulsi dai centri di Bari, Brindisi, Potenza, Torino e Trapani. Impegnati in questa missione 100 poliziotti. Dal Cpr di Torino sono partiti 18 poliziotti per scortare sette tunisini espulsi.
«Il servizio di scorta è iniziato di sera, alle 19, con destinazione Fiumicino. Dopo 10 ore, per lo più notturne, i poliziotti sono arrivati in aeroporto con i sette scortati, Lì sarebbero confluiti altri tunisini, scortati da altri circa 100 poliziotti, partiti da altre parti d’Italia. Il volo doveva essere un charter diretto a Palermo e quindi in Tunisia. Alle 9 del mattino si è scoperto che l’aereo previsto per il trasporto degli immigrati aveva un guasto al motore».
Dopo cinque ore ai sette tunisini provenienti da Torino è stato notificato l’ordine del Questore di lasciare l’Italia entro sette giorni. Ordine che, ovviamente, non rispetteranno: «A questo punto sono stati immediatamente rilasciati restando in attesa di una prossima possibile espulsione. Paradossalmente, un po’ disorientati, molti di loro sono andati in stazione per ritornare a Torino, perché “la gita era terminata”».
«Assistere a una siffatta debacle dell’espulsione – aggiunge Bravo – lascia uno scoraggiante retrogusto di improvvisazione e di imbarazzante situazione grottesca, nonostante gli sforzi della politica di affrontare il fenomeno dell’immigrazione e l’impegno delle forze dell’ordine. Purtroppo si sa che nessuno straniero ottempererà all’ordine del Questore. Rilasciarli, per quanto legittimo, fa venir meno quegli sforzi e quell’impegno, e soprattutto rende vani i costi sopportati dallo Stato».
‘Decreto Pamela’ ora!