Macerata, vescovo pro-migranti snobba familiari di Pamela

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Frettolosa cerimonia quella del vescovo di Macerata a Casette Verdini (Macerata), in occasione dell’inaugurazione della lapide dedicata a Pamela Mastropietro.

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Valerio Verni e la famiglia non l’hanno presa bene: “Siamo sconcertati perché nessuno ha mai parlato di odio o vendetta. Ma da colui che dovrebbe essere il primo testimone di ciò che predica, ci saremmo aspettati un messaggio di forza e di speranza”.

Il vescovo Nazzareno Morconi, officiante della cerimonia prevista per le ore 9 del mattino ha liquidato la cerimonia in fretta e fura per “altri impegni”.

“La cerimonia è stata anticipata dalle 10 alle 9 proprio per permettere la presenza del vescovo che poi era impegnato con le cresime. Noi siamo arrivati con 5 minuti di ritardo, perché partiti direttamente da Roma, ma quando siamo arrivati lui se n’era già andato.”, protesta Verni.

“Data la circostanza avrebbe potuto aspettare qualche minuto in più per incontrarci e darci un messaggio di forza. Invece è scappato, continuando a minimizzare il problema come relativo solo alla droga, quando invece c’è molto altro dietro”.

“Ci possono essere interessi confliggenti tra il vescovo e tematiche legate all’immigrazione, visto il suo disagio. Poi, se volessimo essere proprio coerenti con il messaggio cristiano, allora il vescovo doveva essere il primo a non scappare davanti a un’eventuale polemica. I cristiani devono essere pronti al martirio e un vescovo scappa per timore di una possibile polemica? E comunque, data la circostanza, credo che qualsiasi impegno potesse avere, anche come atto di cortesia nei confronti di una famiglia che stava arrivando da Roma, avrebbe potuto aspettare qualche minuto”.

Frettolosa anche la replica della curia: “Il vescovo aveva segnalato in anticipo agli organizzatori di avere stringenti esigenze di orario. Il vescovo è stato puntuale, si è intrattenuto, ha pregato con i presenti e poi è partito perché, prima dell’incontro previsto con i ragazzi, a cui alle 11 ha amministrato la cresima, ne ha avuto un altro privato, con una persona che aveva chiesto un colloquio”.

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Forse con un nigeriano?

Del resto, il vescovo, dopo il brutale omicidio ebbe a dire: «E povera società nostra che li ha generati. La ragazza caduta nella droga, il ragazzo che l’ha fatta a pezzi, l’uomo che ha sparato per vendicarla sono tre testimoni di una catena di fallimenti che ci riguarda tutti».

Certo, Oseghale e i suoi sono stati generati da noi.

Ps. Non ha nemmeno benedetto la stele:

Monsignor Nazzareno Marconi dice una preghiera davanti alla lapide dedicata alla ragazza fatta a pezzi da un migrante e…

Posted by La Verità on Tuesday, September 11, 2018