Genova protesta degli sfollati, ma il vescovo preferisce ospitare africani

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Una cinquantina di sfollati ha protestato al Consiglio regionale ligure, nonostante le soluzioni trovate a tempo di record.

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Al termine dell’intervento del commissario per l’emergenza Giovanni Toti hanno gridato: “Veniamo prima noi delle imprese, veniamo prima noi della viabilità, ci siamo prima noi, vogliamo la casa!”. Comprensibile. Ma l’emergenza è tutta insieme: se le imprese chiudono, ci saranno altri migliaia che perderanno la casa.

Poi l’intervento del sindaco Marco Bucci: “Vi capisco, ma dobbiamo cercare di lavorare insieme. Dal 14 agosto dormo quattro ore per notte per affrontare l’emergenza. Genova non si è mai fermata, non ha mai dimostrato di essere in ginocchio, una cosa di cui dobbiamo essere tutti orgogliosi, nessuno è stato lasciato solo dalle istituzioni”

“Pensavamo di dare una casa agli sfollati di ponte Morandi entro novembre, invece probabilmente ci riusciremo entro fine settembre. La città ha dimostrato che non si scherza, ne sono orgoglioso”, commenta Bucci ricordando che oltre alle case alternative messe a disposizione dalle istituzioni pubbliche sono stati 98 quelli di privati.

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Gli unici che non si sono dati da fare sono quelli della Cei, che a Genova ospitano diversi finti profughi.

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