Figlia di 2 lesbiche: “Io volevo solo un padre”

Vox
Condividi!

“The other side of the rainbow”, il lato oscuro dell’arcobaleno.

VERIFICA LA NOTIZIA

Millie Fontana, vittima della lobby gay.

“Mi chiamo Millie Fontana, ho 23 anni e sono figlia di due lesbiche, concepita tramite donatore. Questa è una testimonianza che, di sicuro, è non udita perché nessuno vuole sentir parlare del lato oscuro dell’arcobaleno, che non cresce bambini felici, perché crescono con l’idea sbagliata di come una struttura familiare dovrebbe essere.

“Crescendo volevo un padre… sentivo dentro di me che mi mancava un padre prima ancora che potessi concepire quello che significava un padre. Mi è stato mentito durante tutta la scuola. Mi è stato detto che non avevo un padre. E la mia stabilità comportamentale ed emotiva ha sofferto molto a causa di questo. Nessuno nella lobby Lgbt vuole ascoltare qualcuno come me perché “Love is love”, giusto? Noi non esistiamo per loro. Crescendo mi guardavo allo specchio e pensavo: ‘Da dove ho preso questi occhi verdi? Da dove ho preso questi aspetti della mia personalità o certi talenti che nessuno nella mia famiglia ha?’ La risposta a questa domanda è piuttosto semplice: mio padre!”

“Conoscere mio padre, a 11 anni, è stata la sola volta probabilmente in cui sono stata una bambina stabile. Capii per la prima volta chi ero, lo guardai nei suoi occhi e pensai che quella fosse la parte mancante di me stessa. E se io non avessi incontrato mio padre, non sarei stata qui con voi, perché la mia reazione emozionale a non avere lui nella mia vita persino per una tale giovane età, sarebbe stata devastante e mi avrebbe fatto regredire nel mio sviluppo.

Vox

“C’è un gran parlare dell’uguaglianza da parte delle lobby Lgbt. Ma mi chiedo quale sia la loro definizione di uguaglianza, perché per me uguaglianza significa dire la verità, essere rispettati per quello che si è per intero e non solo in base a quello che i genitori decidono che tu debba sapere. Uguaglianza non significa che, siccome gli studi su famiglie gay volontarie e sui loro figli dimostrerebbero un esito positivo, questo debba valere per tutti.

“E’ completamente irrealistico. Io considero questa una forma di gender discriminazione. E’ davvero curioso il modo in cui le lobby gay parlano dell’omofobia. Ho racconti di amici gay che mi spiegano che altri gay li chiamano omofobi, perché preferiscono che i bambini crescano con una madre e con un padre. E’ totalmente ridicolo!

“Perché in realtà in ogni relazione tra persone dello stesso sesso, ci vuole una terza persona per “produrre” un bambino. Perché come società dovremmo ignorare questa verità? Io non sono qui grazie a due donne. La scienza viene sostituita dai desideri di alcuni adulti. Mia madre mi ha fatto una domanda. Cosa sarebbe successo se io e la mia partner ci fossimo potute sposare? Se avessimo potuto avere quell’ambiente familiare stabile come tutti gli altri? Ho risposto con un’altra domanda: che tipo di terapia mi avrebbero somministrato gli psicologi per i miei comportamenti dovuti alla mancanza di un padre, se l’assenza del padre fosse stata considerata una forma di discriminazione? Nessuna risposta. L’evoluzione non è stata fatta da un’agenda politica che sta silenziando anche una parte della comunità Lgbt. Sono una piccola minoranza estremista che sta spingendo all’estinzione del genere stesso. Io non vedo ‘gender equality’. Io vedo l’intenzione di sbarazzarsi del genere umano tutto”.

Non c’è altro da aggiungere.




Un pensiero su “Figlia di 2 lesbiche: “Io volevo solo un padre””

  1. Povera ragazza! La sua testimonianza dovrebbe essere diffusa sui media.
    Per quanto riguarda la Stato, mi auguro che l’ottimo ministro Fontana della Lega o chi ne ha la competenza proponga di togliere i fondi pubblici all’aberrante Arcigay.
    Sempre che al “Fico boldrino” o a qualche altra anima candida del molliccio M5S la cosa non dia fastidio…

I commenti sono chiusi.