L’accusa dall’estero: “Contattati tra scafisti e Guardia Costiera italiana” – VIDEO

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Inutile nasconderlo, l’Italia ha un problema Guardia Costiera. Dopo anni di traffico organizzato dai governi abusivi, i capi della GC non vogliono tornare a salvare i bagnanti della domenica e continuare a fare un lavoro che non compete loro, ma che permette loro di gestire un budget di diversi milioni di euro. Molti milioni di euro.

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Lo scontro istituzionale tra il ministro Salvini e l’ammiraglio della Guardia Costiera Pettorino è ormai evidente. Con il secondo subito schieratosi a difesa del traffico umanitario gestito delle ONG.

Per comprendere quanto sta avvenendo, e da dove nasce il problema, dobbiamo tornare al ‘dossier Gefira’.

L’organizzazione di analisi geopolitiche che per prima monitorò  gli spostamenti delle famigerate ‘ONG’ impegnate nel traghettamento di clandestini dalla Libia all’Italia rilasciando un video – diffuso in Italia da Vox per primo – con accuse pesanti e dettagliate. Si tratta del video poi curato in italiano e arricchito di altri particolari da Donadel.

Ma quel dossier, e quel video, contengono accuse che vanno oltre le ONG: descriveno una organizzazione nella quale sarebbero attori scafisti libici, Ong e la Guardia Costiera italiana:

I contatti tra GC e scafisti sono noti, ma vengono sempre definiti, o qualcuno direbbe mascherati, da ‘chiamate di emergenza’ con le Ong a fare da cinghia di trasmissione.

Il video-dossier di Gefira, che registra contatti e spostamenti in modo quasi maniacale, vorrebbe svelare qualcosa di più grave. Di molto più grave: non si tratterebbe di telefonate mascherate da chiamate di emergenza, perché queste non possono arrivare 10 ore prima dell’evento, ma di veri e propri contatti tra la nostra Guardia Costiera e i trafficanti libici.

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Il che spiegherebbe perché i nostri servizi non abbiano mai indagato in modo approfondito, e perché Zuccaro ha trovato così tante difficoltà nella sua inchiesta: sarebbe stato direttamente implicato il Governo.

E spiegherebbe anche perché, davanti alla commissione che indagava sulle Ong, la Guardia Costiera ne difese l’operato.

Perché nel quadro dipinto da Gefira, le Ong non agivano fuori dagli accordi, ma all’interno di una più ampia organizzazione con al vertice le autorità italiane.

A questo punto la Guardia Costiera, i cui vertici si sono gloriati di avere traghettato in Italia oltre mezzo milione di clandestini, 40mila solo la Diciotti, deve rispondere. Il Governo passato deve rispondere. Il Parlamento dovrebbe istutire una commissione di inchiesta e indagare, sul serio stavolta, fino in fondo. Anzi: fino in cima.

Da notare che il dossier Gefira che accusa – accuse di collusione con i trafficanti libici – l’ex governo e la Guardia Costiera è di oltre un anno fa. Da allora non ci risultano denunce contro gli analisti da parte dei vertici della GC o del passato governo. Perché?

NGOs are smuggling immigrants into Europe on an industrial scale

Nel contesto di queste accuse, i vertici della GC sarebbero, dopo la dipartita dei governi abusivi, ciò che è restato di quell’organizzazione che ha gestito per anni un mostruoso traffico di clandestini verso l’Italia.

Il resto lo capite da soli. Il resto spiega quello che sta avvenendo in questi giorni.

Ps. Non prendetevela con il comandante della Diciotti, che esegue ordini. Non chiedeteci perché, ma siamo ragionevolmente certi che non lo faccia volentieri.