Saluto romano non è reato, assolto calciatore

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Non c’è reato nel comportamento del calciatore dilettante Eugenio Maria Luppi, che esultò con un saluto romano e mostrando una maglietta della Repubblica Sociale nel campo di Marzabotto, paese dell’eccidio nazifascista. Per la Procura di Bologna, che ha chiesto l’archiviazione poi disposta dal Gip, “nessun pericolo all’ordinamento democratico può essersi riscontrato”. Luppi era indagato per apologia di fascismo.

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Nella richiesta del pm si dice che quello di Luppi, difeso dall’avvocato Alessandro Veronesi, è stato “un gesto isolato, di un giovane che non pare nemmeno avere avuto piena contezza del grave significato della simbologia esposta e che, lungi dal voler diffondere o rafforzare l’ideologia del disciolto partito fascista a danno dei valori democratici e costituzionali, si è poi scusato cercando, invece, l’incontro” con Franco Leoni Leutizi, “sopravvissuto alla strage di Marzabotto, che gli ha offerto la sua testimonianza a spiegazione della gravità del gesto mostrato”.

Già il fatto che qualcuno debba essere indagato per un semplice saluto romano è qualcosa di demenziale. Gesti e parole sono protette dalla Costituzione e sono un diritto naturale di ogni individuo.