Delirio puro. Mentre tutti si interrogano sulle responsabilità dietro il crollo del Ponte Morandi, il giornale dei Vescovi Avvenire ha la soluzione: il ponte è crollato perché è una metafora dei porti chiusi.
Abbiamo tagliato i ponti col Mediterraneo. Mare nostro, mare-muro, mare chiuso, mare armato e infine mare tradito. Con respingimenti, divieti di sbarco, operazioni di dissuasione tramite la Guardia costiera libica e con campi di detenzione/concentramento migranti gestiti e finanziati in conto terzi, il ponte si è spezzato.
Ed è quanto è accaduto a Genova, col ponte Morandi.
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VERGOGNOSISSIMA STRUMENTALIZZAZIONE DI UN’IMMANE TRAGEDIA.
DA PRENDERE A SONORI CEFFONI LO SCRIBACCHINO E IL SUO DIRETTORE.