Matteo Renzi difende l’ex ministro dei Trasporti Delrio, «un galantuomo» che è stato «ingiustamente accusato, con metodo infame». Del resto, se cade Delrio, Renzi lo segue a ruota.
E ieri sera aveva avuto anche l’indecenza di accusare Salvini di un finanziamento – pubblico – ricevuto dalla Lega di Bossi nel lontano 2006:
Come se fosse stato Salvini, e non D’Alema-Prodi a regalare Autostrade ai Benetton.
«Adesso basta», dice anche il segretario Pd Maurizio Martina. «Ora servirebbero unità e responsabilità. Non propaganda e falsità. I ministri che scambiano il governo per un social network fanno male all’Italia». Matteo Orfini chiama in causa la «potente macchina del fango» dei partiti di maggioranza, che sui social media – accusa – e tramite pagine non ufficiali «creano, amplificano, rilanciano notizie false e accuse violentissime» contro gli avversari politici. E Orfini, presidente Pd, ha chiesto ai militanti (i pochi rimasti) di segnalare gli utenti dei social che parlano male del PD. Una vera e propria schedatura di massa.
E a dimostrazione della nuova alleanza targata Benetton, Pd e Forza Italia hanno chiesto alla Consob di verificare cosa sia successo attorno al titolo di Autostrade dopo le minacce di revoca della concessione: «Un balletto molto strano, che sicuramente richiamerà l’attenzione della Consob», dice Renzi. Il deputato dem Michele Anzaldi: «Si apra un’istruttoria sul colpo gobbo di Ferragosto ad opera del presidente del Consiglio Conte, dei vicepresidenti del Consiglio Di Maio e Salvini, del ministro Toninelli. Si indaghi su manipolazione del mercato e aggiotaggio».
Loro non pensano ai morti, pensano ai soldi. Tipico di due partiti che rappresentano un’altra politica. Quella delle multinazionali.
La risposta l’hanno già data i cittadini:
Funerali: ovazione per Salvini e Di Maio, contestati PD – VIDEO
Il Pd ci dovrebbe spiegare come mai hanno prima svenduto Autostrade – che rendeva ed era (è) strategica -, e poi perché hanno esteso la concessione senza pretendere una percentuale minima di investimenti.
Perché, se tra il 2008 e il 2016 le tariffe sono aumentate del 25% (il doppio rispetto alla crescita dell’inflazione), gli investiment, invece sono stati inferiori del 15% rispetto a quanto promesso. Negli ultimi dieci anni sulla A10, tanto per capirci, sono stati sborsati 76 milioni di euro anziché 280 milioni. Il 73% in meno. Perché non erano obbligati a farlo per contratto: è stato questo l’errore. Uno degli errori.