Non sono associazioni umanitarie, sono gruppi paramilitari finanziati in modo oscuro.
Le Ong, con le navi sotto sequestro o senza bandiera, praticamente spazzate via dal teatro libico dopo la fuga di Aquarius alla base di Marsiglia, tentano un colpo di coda.
La tedesca Lifeline, che da due mesi ha la nave sequestrata nel porto di Malta dove e’ in corso il processo al comandante per traffico di clandestini, ha annunciato il ritorno al traffico umanitario dalla Libia.
“Abbiamo trovato una nuova nave sostitutiva – annuncia la Ong tedesca su Twitter – ma a causa dell’intralcio illegittimo del salvataggio marittimo da parte di vari stati membri, non possiamo fornire ulteriori informazioni prima che la nave sia arrivata in acque internazionali”.
Insomma, tutto in segreto, perché tutto illegale. Una missione ‘segreta’ per il timore di essere fermati prima della partenza.
Ormai da mesi le ong coinvolte in inchieste giudiziarie hanno le navi sotto sequestro, come la Lifeline a Malta e la Iuventa a Trapani. E nel porto de La Valletta sono bloccate la Sea eye e la Sea Watch.
E Lifeline ha raccolto 300mila euro in un baleno:
La #ONG @SEENOTRETTUNG (@MV_Lifeline), dopo il sequestro delle autorità di #Malta,sta raccogliendo fondi per l'acquisto di una seconda nave. Il fondatore Axel Steier ci ha messo 2 anni per mettere insieme i soldi per la prima come è possibile che siano già arrivati 300 mila euro? pic.twitter.com/zN3F636QVR
— Francesca Totolo (@francescatotolo) August 17, 2018
Vanno trattate come entità nemiche.