Genova, la cementificazione uccide: stop immigrazione

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La strage di Genova ci ricorda, ancora una volta, di come l’Italia sia un Paese devastato dalla cementificazione. Particolarmente, proprio in una regione come la Liguria anche per la conformazione del proprio territorio.

Perché se è vero che le cause dirette del crollo del ponte sono altre, le foto ci mostrano un territorio soffocato dal cemento. Un ponte assediato dalle costruzioni.

Ogni anno perdiamo territorio libero e lo cementifichiamo. Invece di recuperare fabbriche obsolete trasformandole, mangiamo altro territorio.

Perché siamo un Paese sovrappopolato. Che dovrebbe accogliere con sollievo una riduzione della popolazione, approfittando per recuperare ‘spazio’. Invece no: ci dicono che dobbiamo importare immigrati, sennò dovremmo smettere di cementificare!

E di arricchire i palazzinari. Che poi assumono altri immigrati, in un circolo vizioso che sarebbe ridicolo non fosse tragico.

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L’Italia conta 202 abitanti per chilometro quadrato. Per fare un raffronto, l’Africa conta circa 1,1 miliardi di abitanti con una densità di 33 abitanti per chilometro quadrato.

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Se escludiamo la parte di territorio non abitabile, come deserti per l’Africa e le montagne per la nostra penisola, il rapporto cresce: l’Italia ha, in proporzione, più montagne di quanto deserto ci sia nel continente africano.

Ergo, l’Italia è ‘a corto di territorio’. L’Africa, in paragone, è disabitata. E il territorio lo stiamo consumando cementificando. La crescita demografica nell’ultimo secolo ha consumato territorio, siamo passati da 38 milioni di abitanti nel 1921, ai quasi sessanta di oggi. Il calo demografico non sarebbe un problema, anzi, ci permetterebbe di recuperare territorio, liberarlo dal cemento.

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Invece, per l’interesse dei palazzinari e degli sfruttatori di manodopera low-cost, che sono poi i finanziatori dei partiti come il PD, ma anche dei partiti di centrodestra, ci viene detto che “abbiamo bisogno di immigrati per ripopolare l’Italia”. In realtà servono neuroni per ripopolare le teste di politici, giornalisti che scrivono a gettone e altri dementi assortiti.

Non si può chiamare in altro modo chi chiede nuovi abitanti in un territorio sovrappopolato che significa meno territorio pro-capite e più cemento. Meno risorse già oggi scarse come l’acqua e più inquinamento. Non si può essere ambientalisti e favorevoli all’immigrazione. Come non si può essere animalisti e favorevoli alle moschee.

Servono infrastrutture più moderne. Ma serve anche e soprattutto una riduzione dell’impatto umano sul territorio. Anche per questo dobbiamo bloccare l’immigrazione.

Vogliamo un’Italia con più verde. Con più spazio vitale. Perché questo accada dobbiamo smettere di costruire e recuperare, ma per smettere di costruire è necessario smettere di importare nuovi abitanti.