Sbarcati il 3 agosto, si sono dileguati una volta in Sicilia. Il telefonino di uno di loro racconta la fuga.
Da Lampedusa a Parigi in una settimana, altro che rimpatrio. Tutto documentato da un telefonino. Con video, sms e fotografie che raccontano il viaggio dei migranti dalla Tunisia, lo sbarco a Lampedusa, il trasferimento vicino ad Agrigento e poi la libertà, l’arrivo a Milano e da qui l’ultimo tragitto verso la Francia, la mèta finale.
Così esulta Repubblica, parlando del fatto che Salvini si è fatto scappare 3 clandestini tunisini (che però intanto sono fuori dall’Italia).
La reazione del ministro:
Maggio 2017: sbarchi record, 50 mila in 5 mesi (10mila al mese!). Ma il governo del Pd è “pronto ad accogliere 200mila profughi”.
Agosto 2018: tre tunisini in fuga. Ma per i giornalisti c’è “il buco del Viminale”.
Anche grazie a Repubblica si capisce che la pacchia è finita! pic.twitter.com/yfR2MAUbir— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 13 agosto 2018
Riorganizzare tutta la farraginosa macchina dei rimpatri richiede mesi – minimo -, per questo giudicheremo Salvini l’anno prossimo. Chiudere i porti è una questione di volontà che ha bloccato gli sbarchi, aumentare le espulsioni richiede un piano complesso oltre la volontà di farlo.
Ma è ampiamente fattibile: