Spacciatore africano si uccide, magistrati aprono inchiesta

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Noi ci siamo rotti ampiamente di queste bizzarre inchieste. E anche di come i media presentano come se fossero drammi notizie che fanno piacere al 90 per cento della popolazione:

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E’ giallo sulla morte del pusher senegalese di 30 anni trovato impiccato ieri nella sua cella nel carcere di Marassi. Il pm Giovanni Arena ha aperto, come atto dovuto per compiere gli accertamenti, un fascicolo per omicidio volontario a carico di ignoti e ha incaricato il medico legale Marco Salvi di eseguire l’autopsia.

L’attenzione è incentrata in particolare sul fatto che all’uomo sia stata lasciata una grossa cintura, ora sequestrata. L’uomo, arrestato 3 giorni fa insieme ad altri in un blitz della squadra mobile contro lo spaccio nel vicoli del centro, aveva dato in escandescenze in carcere. Era poi stato visitato da uno psichiatra che aveva disposto una “attenta sorveglianza” perché poteva compiere atti di autolesionismo o violenza verso altri.

Come mai allora gli è stata lasciata la cintura chiedono gli inquirenti? Altro aspetto da chiarire il ruolo dei due compagni di cella che, sentiti dagli investigatori, hanno detto di non essersi accorti di quello che il compagno di cella stava facendo.

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Non solo li scarcerano. Ma se uno di loro ci fa la grazia di suicidarsi, loro aprono un’indagine perché gli agenti non hanno fatto le balie.

Ok che non è ancora il tempo di una politica alla Duterte, anche se sarebbe il caso, ma almeno non scassate le palle se si tolgono di mezzo da soli.

Perché i contribuenti devono pagare perché il solito magistrato rosso indaghi degli agenti per la morte di uno spacciatore?

Perché i magistrati sono totalmente impermeabili alla volontà popolare?

E una cosa: sarà ‘odio razziale’ sperare che tutti gli spacciatori africani si impicchino? Non importa, noi lo speriamo lo stesso.




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