Sinistra anti-italiana: “Migranti vanno sbarcati in Italia” – VIDEO

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“Il ministro Toninelli dice che l’operazione della Asso Ventotto è stato eseguito nel rispetto delle leggi internazionali? È un incapace, ma questo lo sapevamo già. Se è così, il governo è il mandante dell’atto illegale che è stato commesso in mare”.

Sono le parole del deputato del Pd, Matteo Orfini, noto per i suoi rapporti con Buzzi, al presidio organizzato ieri Piazza San Silvestro a Roma per dire no al razzismo e si alla ripresa del traffico di clandestini dalla Libia.

Vi preghiamo, continuate così. Continuate a chiedere più sbarchi.

Intanto un altro sinistardo, il deputato di LeU Fratoianni, continua a lavorare contro il suo Paese – a spese del suo Paese – dalla nave dei trafficanti umanitari di Open Arms, tentando di rendere più difficoltosi i respingimenti in Libia attraverso cavilli legali.

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Secondo il deputato di Leu le autorità italiane erano informate fin dall’inizio dell’intera operazione di soccorso in quanto “la prima segnalazione di un gommone in difficoltà era partita proprio dal Imrcc di Roma“. “È stato un respingimento collettivo”, ribadisce ricostruendo attraverso le comunicazioni radio quanto avvenuto. “Sul sistema Navtex (il sistema utilizzato dalle navi su cui circolano i messaggi di soccorso, ndr) abbiamo ricevuto un messaggio rilanciato da Imrcc Malta ma proveniente da Imrcc Roma in cui si segnalava un gommone blu in difficoltà in area libica”, spiega sottolineando che subito dopo aver ricevuto l’allarme Open Arms, a bordo della quale è imbarcato, si è mossa verso l’area indicata. “Poco dopo – aggiunge – il Colibrì, un aereo da ricerca francese, dà comunicazione a tutti, dunque all’Italia, a Malta e ai libici di altri due gommoni bianchi in difficoltà a nord di Sabratha, nei pressi di una piattaforma petrolifera”. Da Open Arms a quel punto contattano Imrcc Roma, “con un mail e per telefono, due volte, ma non riceviamo alcuna indicazione. E comunichiamo anche ai libici – aggiunge Fratoianni – ma a 3 dei 4 numeri non risponde nessuno mentre l’ultimo chi prende la chiamata parla solo arabo. Poco dopo ci mandano una mail dicendoci che sarebbero intervenuti loro”. Dalla nave della Ong partono le imbarcazioni veloci per la ricerca dei gommoni, ma non trovano nulla. Poco dopo entra in scena Asso Ventotto.

La ricostruzione/2 – “Apprendiamo che ha recuperato 108 migranti (in realtà, preciseranno più tardi, sono 101, tra cui 5 donne e 5 bambini) – dice Fratoianni – Contattiamo l’equipaggio che conferma il recupero, spiegandoci di essere stati loro ad avvistare il gommone ad un miglio e mezzo dalla piattaforma e di aver avuto indicazione di riportali a Tripoli“. E da chi arriva questa indicazione? “La prima risposta è ‘dai libici’ – sottolinea Fratoianni – ma subito dopo si contraddicono e affermano: ‘Stiamo seguendo le indicazioni della piattaforma per cui lavoriamo’. Vale a dire dall’Eni”. Il deputato sostiene inoltre di essere “praticamente certo” che Asso Ventotto abbia sbarcato i migranti direttamente nel porto di Tripoli. “Ad un certo punto abbiamo intercettato una comunicazione radio – spiega – tra un certo ‘mister Ceci’, probabilmente qualcuno a bordo della piattaforma, e Asso Ventotto. L’uomo chiedeva se durante la notte il rimorchiatore sarebbe stato ‘alla via’, vale a dire in navigazione, e l’equipaggio risponde: ‘Non credo, penso che saremo in porto’”.

La versione dell’armatore e di Eni – Il rimorchiatore – che si trovava in assistenza alla piattaforma di estrazione ‘Sabratah’ della Mellitah Oli&Gas (Joint Venture tra Eni e Noc libica), a 57 miglia marine da Tripoli, 105 miglia da Lampedusa – si è diretto lunedì verso un gommone in difficoltà avvistato a circa 1,5 miglia dalla piattaforma, “dopo aver imbarcato rappresentanti dell’Authority libica sulla piattaforma stessa”. È questa la versione dell’armatore, la società Augusta Offshore di Napoli, ribadendo che la richiesta di intervento è giunta dal Marine Department di Sabratah e che “le attività di soccorso si sono svolte sotto il coordinamento della Guardia costiera libica”. Dal 2012 ad oggi la flotta della società, fa sapere l’armatore, è stata impegnata in 262 operazioni di ricerca e soccorso, che hanno portato al salvataggio di 23.750 migranti ed all’interruzione delle normali operazioni commerciali per un totale di 137 giorni. La presenza della flotta della società nelle acque prossime alla costa libica, spiega, “ha fatto sì che tali navi siano state chiamate ad intervenire in molte operazioni di soccorso, che da 2012 al 2017 sono state coordinate dalla Guardia costiera italiana“. La nave Asso 28, ribadisce invece Eni, ha svolto un’operazione di soccorso “gestita interamente dalla Guardia costiera libica che ha imposto al comandante di riportare i migranti in Libia”. Durante il trasferimento verso Tripoli, spiega l’azienda, “a bordo del vessel era presente anche un rappresentante della Guardia costiera libica che presidia ogni piattaforma che opera nelle sue acque territoriali e ha gestito l’operazione di soccorso in totale autonomia“.

Dalle parole di Fratoianni si evince il disperato tentativo dell’ong di accaparrarsi un centinaio di clandestini dopo settimane di vacche magre. E il suo personale tentativo di boicottare il blocco navale italiano in Libia.

Quest’uomo è un traditore. E lo paghiamo anche.




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