«Le sue idee sono in gran parte condivisibili, alcune poco. Ma va capito. L’Ungheria è uno dei paesi più cristiani d’Europa. Loro hanno paura dei turchi, che per due secoli li hanno invasi. Ed è impossibile liberarli da quella preoccupazione», ha dichiarato riferendosi a Viktor Orban, che tra i leader europei è forse quello che si è dimostrato più deciso in relazione all’introduzione di politiche restrittive sull’immigrazione, dopo Salvini.
“I vescovi dell’Africa – ha scandito monsignor Bottari – ci chiedono di aiutare questi giovani a non scappare. È importante farli studiare e lavorare”. In realtà scappano dalla noia, ma è già un passo avanti nel ragionamento.
Poi la ‘bomba’: “Aiutiamoli piuttosto a casa loro”.
La presa di posizione dell’arcivescovo è piaciuta a Silvia Rizzotto, capogruppo della Lega in Regione Veneto, che ha parlato di “un discorso chiaro e senza fronzoli”, che è stato “pronunciato da un pastore che porta l’odore delle pecore, come esorta quotidianamente Papa Francesco, e che quindi tocca con mano ogni giorno i problemi, le attese e le speranze delle comunità di credenti affidate alle loro cure”.