Il piano del generale Santo per fermare l’invasione

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Ha stilato un piano in dodici il generale di Corpo d’Armata Vincenzo Santo, ex capo di Stato Maggiore della Nato in Afghanistan.

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Un documento pubblicato su Report Difesa, portale di geopolitica e sicurezza e presentato come promemoria al governo. Un vademecum che sviluppa quanto già suggerito dal generale settimane fa:

Generale a Salvini: “Blocco navale e incursioni dei reparti speciali per fermare l’immigrazione”

Prima il preambolo, in cui si evidenziano i pericoli derivanti dall’immigrazione.

«Il fenomeno immigrazione che oramai ci perseguita da anni», afferma il generale Santo «è un’emergenza nei cui confronti non è mai stato fatto nulla di veramente efficace».

«Il traffico e l’arrivo incontrollato degli immigrati è da considerarsi una vera e propria invasione che mette a rischio la sovranità non solo dell’Italia ma dell’intera Europa».

Ecco che per salvarsi da questa invasione è necessario il ricorso all’azione militare.

PRIMO CHIUDERE

Per prima cosa, secondo Vincenzo Santo, è necessario chiudere (e non solo minacciare) tutti i porti italiani a navi militari straniere, mercantili, da diporto o di organizzazione umanitarie che trasportano migranti illegali.

Poi è indispensabile attuare subito il blocco navale davanti alle coste della Libia con natanti italiani e di Frontex e prevedere incursioni di reparti speciali in territorio libico per identificare e neutralizzare le basi dei trafficanti di uomini.

Perché, scrive Santo, fra questi scafisti si nascondo anche molti terroristi islamici dell’Isis sfuggiti alla cattura in Siria.

FINE DELLE MISSIONI

Stop immediato delle attuali missioni navali Ue Sophia e Themis giudicate controproducenti per l’ambiguità dell’ingaggio. Gli accordi stipulati da Renzi prevedono che portino in Italia tutti i clandestini prelevati in Libia: invece di respingere gli invasori, le missioni UE servono a traghettarli.

L’esperto di questioni militari si sposta anche sul piano più squisitamente politico suggerendo l’emanazione di un decreto legge con procedura d’urgenza per consentire solo ricorsi amministrativi contro il diniego dello status di rifugiato politico e sottrarre dunque alla magistratura ordinaria la gestione dei richiedenti asilo.

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Poi propone di sostituire gradualmente la gestione dei centri di accoglienza in mano ai privati delegandoli alla Protezione Civile e all’Esercito per sottrarli alla speculazione ed anche di abrogare la protezione umanitaria, istituto esistente solo in Italia, ripristinando, sempre con decreto-legge, la fattispecie penale dello status di clandestino.

GLI ACCORDI

I clandestini presenti in Italia devono essere trattenuti in appositi centri di detenzione temporanea, sorvegliati e chiusi, in attesa di rimpatrio.

Perché sia efficace è necessario stipulare accordi con paesi come Egitto, Tunisia e Libia per la creazione di campi profughi, gestiti e coordinati dalle organizzazioni internazionali, per il tempo strettamente necessario al rimpatrio dei clandestini.

Accordi in tal senso dovrebbero essere subito avviati con Niger, Chad e Sudan che sono i paesi di «passaggio» dei flussi immigratori. Ovviamente, a parere del generale Santo, dovrebbero anche essere inasprite tutte le pene per coloro che sfruttano migranti illegali e, nello stesso tempo, potenziare il decreto flussi legali stagionali a favore delle nazioni dell’area del Sahel, Egitto, Libia e Tunisia.

UN CONSIGLIO DI SICUREZZA NAZIONALE

«È l’abbozzo di una strategia complessa», spiega il generale «ma efficace se davvero si vuole l’end-state, cioè la fine del fenomeno immigratorio illegale».

Vincenzo Santo propone anche la creazione di un Consiglio Nazionale di Sicurezza Nazionale, del quale venne fatto un timido tentativo di istituzione negli anni ’90 col governo Prodi ma che poi non approdò per resistenze politiche.

«Un Consiglio di Sicurezza» aggiunge il generale Santo «che elabora le varie strategie prima, senza necessità di ricorrere gli eventi come si fa ora con l’attivazione automatica di piani interconnessi e veloci in grado di affrontare qualsiasi condizione emergenziale alle dirette ed esclusive dipendenze del presidente del Consiglio dei ministri».

Salvini dovrebbe nominare il generale Santo proprio consigliere strategico al ministero dell’Interno.

Santo ha le idee chiare e il suo vademecum contro l’immigrazione è quel che più si avvicina ad una soluzione definitiva della questione clandestini.

Particolarmente interessante e condivisibile la proposta di togliere dalle grinfie della magistratura la gestione della concessione del diritto di Asilo: è lì che si è incistato il cancro rosso che boicotta le politiche di salvezza nazionale.

Condivisibile al cento per cento anche il passaggio all’esercito della gestione dei centri di accoglienza che dovranno divenire di ‘espulsione’.

L’emergenza immigrazione deve divenire una questione di sicurezza nazionale. Si deve passare dal business al contrasto. Per questo la gestione deve passare dalle coop all’esercito.




Un pensiero su “Il piano del generale Santo per fermare l’invasione”

  1. Il Generale Santo ha assolutamente ragione!
    Se però Salvini non gli dà ascolto dev’esserci una sensata motivazione politica che non conosciamo. Può essere che il blocco navale non sia preso in considerazione per ragioni inerenti ai delicati rapporti col governo libico, oppure che un piano d’azione in Europa per ottenere anche dell’altro renda conveniente tenere questo piano nel cassetto.
    Salvini ha buon senso, quindi se queste parole del Generale al momento sembrano essere inascoltate, in realtà dev’esserci una strategia che sta perseguendo.
    Nel frattempo cinque Paesi dell’UE accolgono 50 clandestini cadauno. Il nostro governo festeggia il successo, quando si tratta di una mezza sconfitta, rimanendo sul nostro groppone ben 200 risorse boldriniane. Se è questo l’aiuto europeo, stiamo freschi.
    Speriamo che prenda piede l’idea di riportare i prossimi migranti direttamente in Libia.

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