Il clandestino africano ha l’Aids: giudice vieta rimpatrio

Vox
Condividi!

Il totale rovesciamento dello Stato di diritto: le leggi non proteggono più i cittadini dal pericolo esterno, ma privilegiano il pericolo esterno rispetto ai cittadini

Siamo al delirio. Il Tribunale di Milano nei giorni scorsi ha riconosciuto il diritto alla protezione umanitaria a un cittadino gambiano affetto da Hiv, il retrovirus che causa l’Aids.

VERIFICA LA NOTIZIA

Di conseguenza, il ragazzo potrà rimanere nel nostro Paese e infettare. Visto che, ovviamente, è illegale tenerlo rinchiuso.

I legali del giovane infetto avevano chiesto il riconoscimento della protezione internazionale per il cittadino costretto, a suo dire, a lasciare il Gambia per motivi religiosi. Il tutto condito con la solita fantasiosa storia che sembra ormai la stessa per ogni fancazzista.

Ecco il racconto, secondo quanto ricostruito nella sentenza pubblicata da meltingpot.org. Amir (nome di fantasia) ha dichiarato di essere nato e cresciuto a Banjul, la capitale dello Stato affacciato sull’Oceano Atlantico, di appartenere al gruppo etnico Jola e di essere di religione cristiana.

Vox

Una storia che né la commissione prefettizia né il Tribunale si erano bevuti, non ravvisandone le condizioni: per i giudici, le informazioni aggiornate sul Gambia «non indicano l’esistenza di serie problematiche dovute a tensioni tra cristiani e musulmani».

Allora ecco il piano b: ho l’HIV. Amir è affetto da Hiv e asintomatico, il che lo rende ancora più pericoloso.

Lo dovremo curare a vita – Il paziente necessita di assunzione quotidiana di un farmaco e di controlli periodici»: l’interruzione della terapia, hanno sottolineato i medici, implicherebbe «la ripresa di progressione della malattia con possibile evoluzione ad Aids, che può comportare la manifestazione di malattie invalidanti e/o che mettono anche in pericolo di vita il paziente». La domanda: Amir avrebbe lo stesso trattamento in Gambia? «No» per i giudici: la situazione sanitaria nel Paese è sì migliorata, ma esiste «un significativo rischio per il ricorrente di non poter accedere in modo effettivo alle cure salvavita». Amir resta in Italia.

In Africa ci sono circa 30 milioni di infetti da HIV. Ognuno di loro, secondo queste bizzarre sentenze, dovrebbe poter essere curato come profugo in Italia. Quanto pensate possa reggere il nostro sistema sanitario universale con l’immigrazione?

Negli Usa, da sempre Paese di immigrazione, la sanità è privata proprio per questo motivo: non reggerebbe all’impatto di cure gratuite per chiunque arriva. I buonisti ci stanno portando in quella direzione.