L’intervista del Giornale al clandestino Abu (a proposito, si è autodenunciato in diretta, secondo la legge i magistrati dovrebbero intervenire quando c’è notizia di reato, no?) è uno squarcio nel delirante mondo degli immigrati che esigono di essere mantenuti a vita dagli italiani.
Bivacca con altre centinaia di clandestini scaricati a Milano dal PD tra la Stazione Centrale e i bastioni.
“In 12 anni che sono in Italia – dice – non ho mai visto vivere un italiano nelle stesse condizioni in cui vivo io”.
“Lo Stato non paga niente e il modo in cui l’Italia dà l’asilo politico fa solo rimanere le persone sotto la soglia di povertà. Noi non abbiamo niente e non ci date neanche un aiuto per creare il nostro futuro. Voi italiani invece vivete tranquilli con il profumo addosso, mentre noi qui puzziamo”.
Il clandestino è sbarcato – pagando migliaia di dollari – dopo un viaggio dal Bangladesh (dove non ci sono guerre ed esiste invece un programma nucleare): “Noi vogliamo case e cibo, ma voi non ci aiutate e Salvini pensa solo ai problemi degli italiani, non ai nostri”.
Torna a casa, Abu. Casa tua, in Bangladesh.
Urgono retate. Il governo deve creare un’agenzia nazionale sul modello dell’ICE americane che si occupa esclusivamente di andare a caccia di clandestini. Un dipartimento a sé che risponda direttamente al ministro dell’Interno.
Buona idea quella di fare un ICE italiano.Negli USA le zecche rosse cercano furiosamente di abolirlo.Quindi vuol dire che funziona.
ciccio bello, se sono 12 anni che vivi in italia in queste condizioni significa che in fondo ti piace, ma sei hai qualcosa da recriminare non puoi prendertela con salvini, per questo devi chiedere spiegazioni ai traditori del partito distruttivo, sono loro che hanno annientato i sogni di una intera nazione, e quelli che ci hanno rimesso sono unicamente gli italiani che gli pagano stipendi milionari, almeno voi ne siete esenti, quindi, muto.