Dopo il sequestro della nave “Iuventa”, disposto lo scorso agosto dalla procura di Trapani, e l’apertura dei fascicoli ai danni dei comandanti Jakob Shroter e Jonas Buya, a finire sotto inchiesta sono i membri dell’equipaggio della “Iugend Rettet”.
La Iugend Rettet è accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
In pratica, le indagini hanno confermato quello che tutti sapevano, provando gli “incontri in mare” tra Ong e trafficanti libici, sebbene.
L’ordine di sequestro della nave recita che “membri dell’equipaggio della motonave Iuventa appartenente alla Ong Jugend Rettet in data 18.6.2017 si incontravano in acque internazionali con trafficanti libici a bordo delle rispettive imbarcazioni, quindi facevano momentaneo ritorno presso la motonave Juventa (mentre i trafficanti libici si dirigevano vero le acque libiche), e, da ultimo, si incontravano nuovamente con i trafficanti libici che questa volta scortavano una imbarcazione con a bordo dei migranti che venivano poi trasbordati sulla motonave Juventa e, al termine dell’operazione prelevavano dall’imbarcazione utilizzata dai migranti il motore e facevano ritorno in acque libiche”.
Sophie Tadeus, membro del Cda di Jugend Rettet (perché hanno anche un Cda), su Twitter condanna “con forza” la decisione della Procura di Trapani e chiede “l’immediata cessazione di questo processo politico” per tornare in mare a trafficare.
Non hanno capito, la pacchia è finita.