La famiglia di Pamela interviene sulla triste manifestazione sponsorizzata da Boldrini.
Lo fa per bocca di Marco Valerio Verni, zio di Pamela, che attacca le magliette rosse, iniziativa promossa da Libera e Gruppo Abele, Arci, Legambiente, Anpi e dal giornalista Francesco Viviano. Una compagnia di giro oscena e bizzarra.
Una manifestazione alla quale solo poche migliaia di disperati hanno deciso di rispondere all’appello “Una maglietta rossa per fermare l’emorragia di umanità” indossandone una ieri, sabato 7 luglio.
Valerio Verni ha risposto con un video nel quale si mostra con indosso una maglietta nera: “Il motivo non è solo che trovo questo colore molto bello ed elegante – dice l’avvocato nel video – ma anche che questo colore spesso viene associato a colori terrorizzanti proprio come terrorizzante è il presente che gli ultimi governi che si sono succeduti fino a pochi anni fa ci hanno lasciato in eredità”.
“Il vero motivo di questo messaggio però – spiega – è la risposta che io vorrei dare a qualche benpensante che in questi giorni ha indossato una maglietta rossa contro la presunta emorragia di umanità provocata dalla nuova politica italiana in tema di gestione dei flussi migratori. A queste persone vorrei rispondere che di rosso a me viene in mente solo il colore del sangue versato da una ragazzina di 18 anni uccisa e fatta a pezzi. Ecco, dietro a questo omicidio c’è in effetti una barbara politica migratoria che fino ad oggi è servita solo ad arricchire alcune persone ed alcune organizzazioni criminali. Dov’eravate quando Pamela è stata uccisa in quel modo? Perché non avete indossato anche in quella occasione una maglietta rossa?”
“Solo un senso di pudore e di rispetto per mia nipote” conclude Verni “mi impedisce di postare le foto (vere, non finte come amate fare qualche volta voi) del suo cadavere che, lo ricordo, è stato depezzato (ossia tagliato a pezzi), disarticolato (avete presente quando mangiate un pollo, cercando di disarticolarne le ossa?), scuoiato (gli hanno levato la pelle), lavato con la varechina, messo in due trolley e abbandonato sulla strada”.