Profugo la trascina via da pista ciclabile, orribile violenza su ragazzina italiana

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Quando i militari sono arrivati, hanno trovato il profugo che era ancora riverso sulla vittima, impegnato nella violenza sessuale.

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Per una giovane di 21 anni tutto è iniziato intorno alle 20,30 di mercoeldì sera in una pista ciclabile della zona di Martorano, Cesena.

Era sola, ma in un periodo in cui il sole a quell’ora è ancora alto in cielo in un percorso da lei conosciuto e noto.

Ma all’improvviso è stata presa alle spalle e trascinata verso l’argine del fiume, quindi bloccata in un punto nascosto della campagna, nella scarpata sotto la pista ciclabile. La 21enne ha opposto una fiera resistenza, tentando di divincolarsi, opponendosi in tutti i modi e urlando. Proprio le urla hanno richiamato l’attenzione di alcune persone presenti in quella zona che hanno avvisato subito i carabinieri.

Che arrivati sul posto hanno trovato la bestia ancora riversa sulla ragazza, che tentava di stuprarla.

L’immigrato, visti i carabinieri ha tentato la fuga ma è stato bloccato e arrestato: accusato di violenza sessuale non tentata ma consumata, visti i palpeggiamenti nella parti intime della vittima.

Con ‘loro’ tra noi, è la giungla.

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E lo stupratore è il solito nigeriano che aveva ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari, residente in una struttura poco lontana dal luogo dello stupro.

E’ quanto emerge dagli accertamenti dei Carabinieri, in seguito all’arresto in flagranza del bruto. Il soggetto, 28 anni, dopo la convalida dell’arresto – avvenuta giovedì pomeriggio – è stato portato in carcere alla Rocca di Forlì.

La giovane è stata portata in ospedale con numerose ecchimosi ed escoriazioni. Un tentativo di tapparle la bocca si è trasformato in una violenta manata sul naso della vittima, che ha quindi preso a perdere copiosamente sangue mentre il 28enne tentava in tutti i modi di toglierle i vestiti e abusare di lei. Secondo quanto ricostruito dai militari, il bastardo ha bloccato il suo tentativo di estrarre il telefono di tasca, così come ha tentato di soffocare le sue urla mettendole le mani sulla bocca.

Ma alcuni strilli sono stati comunque sentiti e alcuni passanti in zona hanno immediatamente chiamato le forze dell’ordine. I carabinieri sono arrivati in pochissimi minuti, di fatto impedendo che lo stupro arrivasse a compimento.

La bestia si trova in carcere con le accuse di violenza sessuale, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale.

Sempre profughi. Stuprano e uccidono. E c’è ancora chi li difende. E chi li difende, siano giornaletti, attori o politici, ha le mani sporche di sangue.

E’ tempo rimandare i finti profughi nigeriani in Nigeria, Salvini. Prima di un’altra Pamela.