Il PD vuole riprendersi il potere per via giudiziaria

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E’ quello che accade anche in America con Trump, il Sistema, cacciato democraticamente, cerca di riprendersi il Potere per via giudiziaria.

Per questo è essenziale depotenziare ciò che resta del PD nella burocrazia (vedi Boeri) e nel sistema giudiziario, prima che possa colpire il governo democraticamente eletto.

Perché questo è il loro obiettivo.

Non può leggersi altrimenti l’ok da parte della Cassazione per il blocco dei conti della Lega, per un presunto reato commesso oltre dieci anni fa da un partito totalmente diverso gestito da persone totalmente diverse.

Matteo Salvini già nel corso del suo intervento a In Onda ieri sera aveva parlato di una “sentenza politica”.

“Questa è una sentenza politica, cercano di metterci fuori legge e non ci stanno riuscendo. Possono sequestrarmi quello che vogliono”.

Ieri, poi, le richieste da parte della Lega di poter incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in tempi rapidi per discutere del sequestro dei fondi del partito. Che è un attacco diretto alla democrazia da parte di un organo giudiziario: mai nella storia è accaduto qualcosa di simile. Eppure il PD e chi l’ha preceduto ne hanno fatti sparire di fondi nelle scatole cinesi delle varie Fondazioni.

In serata è arrivata la replica del governo dei magistrati, il Csm, organo che esiste solo in Italia, che si dice allarmato per la richiesta della Lega di voler coinvolgere il Colle in questo caso giudiziario.

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Criticando, anche, le accuse della Lega che parla di “attacco alla democrazia”. E sempre dal Csm sarebbe emersa “forte preoccupazione” per i toni ritenuti “inaccettabili”.

A stretto giro è arrivata anche la controreplica proprio della Lega: “Solo in Turchia, nei tempi moderni, un partito democratico e votato da milioni di persone è stato messo fuorilegge attraverso la magistratura”.

Intanto i capigruppo della Lega, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari hanno lanciato un messaggio chiaro: “Sarebbe ora che non ci fossero più “correnti di sinistra” né di nessun genere fra i magistrati, che dovrebbero essere imparziali”.

In quello che sembra uno scontro tra due partiti politici, l’Associazione Nazionale Magistrati ha sentito il bisogno di intervenire a sua volta: “Va ribadito con forza che i magistrati non adottano provvedimenti che costituiscono attacco alla democrazia o alla Costituzione, nè perseguono fini politici, ma emettono sentenze in nome del popolo italiano, seguendo regole e principi di diritto di cui danno conto nelle motivazioni. L’Anm rigetta ogni tentativo di delegittimare la giurisdizione e di offuscare l’imparzialità dei magistrati, principio costituzionale a difesa del quale continuerà sempre a svolgere la propria azione, auspicando che chiunque eserciti funzioni pubbliche abbia a cuore gli stessi fondamentali principio”.

Chi pensa che i magistrati, che sono divisi in correnti politiche, con Magistratura Democratica impegnata nel dissequestro delle navi Ong, non esprimano sentenze di natura politica è un ingenuo. Anche un po’ scemotto.

Luigi Di Maio si schiera dalla parte di Salvini: “È una sentenza che non mi crea imbarazzo, lo scandalo riguarda Bossi e il suo cerchio magico e non la Lega di Salvini. In ogni caso è una sentenza e va rispettata. Ricordo che con la Lega abbiamo stipulato un contratto di Governo che prevede di fare insieme norme anticorruzione”.

La vicenda riguarda i rimborsi elettorali che la allora Lega Nord ha incassato nel biennio 2008-2010. Circa 49 milioni (molto meno della metà del PD), e secondo l’accusa sarebbero stati utilizzati per spese che non avrebbero legami con l’attività politica. Per questi fatti è arrivata la condanna circa un anno fa per Bossi e l’ex tesoriere Belsito per truffa ai danni dello Stato. Proprio dopo la sentenza i giudici avevano disposto la confisca di 49 milioni di euro.

Totalmente insensato. Nel caso, se dimostrato, li chiedano a Bossi e Belsito, non ad un partito che rappresenta la maggioranza degli italiani.