Anche loro hanno vinto l’oro, ma ai media non interessa

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Ancora razzismo anti-italiano dai media e dalla politica italiana

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Le storie di Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Raphaela Lukudo e Libania Grenot, le atlete di importazione che hanno vinto per l’oro ai Giochi del Mediterraneo, sono finite sulle prime pagine di tutti i media di distrazione di massa come simbolo dell’Italia ‘multirazziale’:

Più che multirazziale si direbbe ‘africanizzata’. E anche se è stato un autogol, perché svela visivamente il piano di sostituzione etnica in corso, loro, ubriachi della loro euforia anti-italiana, non se ne rendono conto. Non hanno capito nulla.

Ma al di là di questo, l’Italia ha vinto in questi giochi 156 medaglie, delle quali 56 ori. Tutti passati sotto silenzio.

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Ad esemio, a trionfare in una gara di velocità, sono stati anche altri quattro atleti, che nel silenzio generale – o quasi – hanno vinto la 4×100 ai Giochi del Mediterraneo di Tarragona.

«Sono bianchi, maschi ed italiani» scrive lo scrittore Emilio Giuliana. «Forse per questo non hanno ricevuto le stesse attenzioni trionfali riservate alle quattro ragazze sotto, vincitrici della staffetta 4×400». Nonostante abbiano vinto in una corsa, da sempre, regina dell’atletica.

E infatti, come ricorda lo stesso Giuliana, «in prima pagina su Il Secolo, La Gazzetta dello Sport e La Stampa si è dato ampio spazio alle quattro staffettiste d’oro». “l’Italia che vince ha i colori del mondo” titola La Stampa. Ma per Giuliana «è proprio questo il problema». Perché «dei “colori del mondo” ne facciamo volentieri a meno. L’atleta Sara Dossena – ricorda Giuliana – vinse l’oro qualche anno fa agli stessi giochi ma non le venne dedicata alcuna prima pagina dei principali quotidiani italiani». Così come non è stata riservata alcuna menzione particolare ai ragazzi di cui sopra. «Così come nessuno – ricorda – ha parlato delle ben 156 medaglie vinte dall’Italia in questi giochi, di cui 56 sono ori. Forse perché questi non sono utili per avallare alcun progetto politico multietnico», conclude infine Giuliana.

Ora, se dovessimo seguire i ragionamenti dei fanatici stile Saviano, dovremmo ergerli ad ‘eroi di Pontida’. In realtà sono “solo” italiani. A differenza delle quattro brave atlete straniere.