Genova: Lega vieta negozi etnici in centro

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La lotta al degrado passa, prima di tutto, dalla lotta all’occupazione etnica del territorio. Parte rilevante di questa occupazione sono i locali etnici.

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Genova, governata dalla Lega, vieta l’apertura di negozi ‘etnici’ nel centro storico, il più grande d’Europa, patrimonio Unesco con i palazzi dei Rolli.

Stop a kebab, call center, money transfer e le attività considerate non decorose.

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Ciò avviene grazie a una delibera comunale approvata in seduta straordinaria.

Il provvedimento sul commercio ‘etnico’, promosso dall’assessore leghista Paola Bordilli, viene applicato in una zona rossa che comprende le vie più turistiche della città. All’interno di questo perimetro saranno vietati anche phone center e sexy shop, l’uso di alimenti precotti. Ci sarà una zona di ulteriore pregio dove le attività potranno essere aperte solo se l’offerta commerciale sarà di qualità. Vetrine e infissi dovranno avere certe caratteristiche. “E’ un provvedimento per qualificare e rivitalizzare il centro storico”, dice Bordilli, che ieri si era vista bocciare la delibera da alcuni assessori per dubbi sulla compatibilità tra il contenuto del provvedimento e le normative nazionali ed europee sulla concorrenza.

Per ora i centri storici, ma domani deve toccare alle città nel loro insieme. Non intendiamo la totale scomparsa dei negozi etnici, ma una riduzione al minimo rispetto all’invasione generata dalle famigerate liberalizzazioni volute da Bersani quando era ministro.