Bimbi costretti a imparare versi Corano a scuola, puniti i “ribelli”

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In una scuola austriaca i bambini locali – cattolici – sono stati costretti ad imparare canzoni islamiche, puniti coloro che si ribellavano.

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Sarebbe accaduto per circa due mesi, in occasione della preparazione e dello svolgimento del Ramadan, mese sacro per l’Islam. Genitori sconvolti dopo avere appreso la notizia e polemica furiosa in tutto il Paese.

Secondo un’inchiesta non si tratterebbe di un fatto isolato, lo stesso si starebbe verificando in altri istituti.

I bambini cattolici di una scuola elementare di Linz, Austria, sarebbero stati costretti a imparare canzoni islamiche a memoria, pena una severa punizione.

A testimoniare la pratica sono i genitori delle piccole vittime, inorriditi dal regime di terrore instaurato all’interno dell’istituto: “Stavamo tornando a casa quando improvvisamente nostro figlio ha iniziato a cantare ‘Allah, Allah’”, ha detto una madre alla stampa austriaca.

Il programma di ferrea ‘formazione’ all’Islam sarebbe durato almeno due mesi, sino alla conclusione del Ramadan, e ai piccoli di fede cristiana sarebbe stato imposto il Corano a fronte di una sicura punizione per un eventuale rifiuto di obbedire alle prescrizioni dell’insegnante.

Per avvicinare i minori al culto di Allah sarebbe stato introdotto un docente ad hoc.

Un insegnante di Vienna avrebbe lanciato un preciso allarme su quanto starebbe accadendo in altre realtà scolastiche del Paese: “Molte scuole stanno diventando sempre più fuori controllo”.

Ha poi aggiunto che la legge della Sharia starebbe prendendo il sopravvento tra gli allievi di fede islamica, e che questo si starebbe ripercuotendo sui compagni di classe di religione cattolica.

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Il governo populista avrebbe già pensato di adottare provvedimenti per arginare la sempre più marcata ingerenza dell’Islam nella cultura austriaca.

A tal proposito, una proposta di legge mira a introdurre il divieto di indossare il velo islamico per le bambine sotto i 10 anni nelle scuole.

Il ministro dell’Istruzione, Heinz Fassmann, ha dichiarato che il disegno di legge sarà pronto per l’estate e che si tratterà di una misura “simbolica”, volta a tutelare la libertà di crescita e autodeterminazione delle bambine.

Carla Amina Baghajati, portavoce della comunità islamica austriaca, in un intervento dello scorso aprile alla tv austriaca, aveva definito il dibattito sul velo “una questione marginale” rispetto alle reali emergenze interne, problema volutamente ‘ingigantito’ su cui si concentrerebbe un’attenzione morbosa priva di fondamento.

In un certo senso è vero. Come si vestono è marginale. Il vero problema è che sono tra noi. E non dovrebbero esserci.