Lifeline, Ong ha violato leggi: clandestini caricati in acque libiche

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“Lifeline sta contravvenendo a tutte le regole e a tutte le leggi del mare”. Matteo Salvini accusa l’ong tedesca con base a Malta e battente bandiera olandese.

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Stamattina la Ong ha chiamato – come consuetudine da quando governa il PD – l’Mrcc di Roma (centro guardia costiera italiana) avvisando della presenza di un barcone carico di clandestini davanti alle coste della Libia.

L’ong, consapevole del blocco dei porti deciso da Salvini, intendeva in questo modo aggirare il blocco: chiedendo il l’intervento della nostra Marina. In pratica, dopo il blocco stanno tentando di aggirarlo fungendo da ‘caricatore’ su mercantili e navi militari italiane.

Ma la pacchia è finita. E il ministro Salvini ha dato ordine di non intervenire più, dopo l’ultimo sbarco a Pozzallo. Così sul posto sono arrivati a sorpresa i guardiacoste libici.

I clandestini erano infatti su gommoni partiti dalla Libia su acque di competenza della Libia. Ricevuta la notifica da parte di Mission Lifeline, fa sapere SAlvini, “la Guardia costiera italiana ha scritto alla Ong ‘non muovetevi ci pensano le autorità libiche’. E lo stesso ha fatto la Libia. Cosa hanno fatto questi disgraziati? Mettendo a rischio la vita dei migranti, non hanno ascoltato le autorità italiane e libiche e sono forzosamente intervenuti per caricare il prezioso quantitativo di carne umana a bordo. Perché sono buoni? Mi lasciate nel dubbio che lo facciano per interesse? Altrimenti con le motovedette libiche lì non sarebbero intervenute”.

Sono dei fanatici, finanziati non per salvare vite, ma per scaricare afroislamici in Europa. Per sovvertire l’ordine demografico europeo.

Non è la prima volta che accade. Anche in passato le Ong hanno impedito a vario modo alla Marina libica di fare il proprio mestiere. È successo diverse volte con la Sea Watch, altra Ong tedesca battente bandiera olandese:

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Ong fa affogare 50 clandestini tentando di ‘rubarli’ a Guardia Costiera – VIDEO

E oggi, secondo quanto spiegato dal ministro dell’Interno, è successo qualcosa di simile. L’Ong infatti non ha seguito l’ordine di Roma e di Tripoli di non intervenire, caricando a bordo oltre 400 clandestini, violando il codice di condotta che Lifeline solo pochi giorni fa ha rivendicato di segurie e che impone “di non ostacolare l’attività di Search and Rescue (SAR) da parte della Guardia costiera libica”.

Lo stesso codice di condotte impone l’impegno “a rispettare l’obbligo di non spegnere o ritardare la regolare trasmissione dei segnali AIS (Automatic Identification System) e LRIT (Long Range Identification and Tracking), qualora installati a bordo (Cap. V SOLAS)”. Eppure, Mission Lifeline ha spento da giorni le strumentazioni. E risulta tuttora non individuabile.

L’Ong, stando a quanto riferito dal Viminale, avrebbe infranto anche un’altra regola del codice di condotta. Si legge infatti che “quando un caso SAR avviene al di fuori di una SRR ufficialmente istituita” il comandante della nave deve provvedere “immediatamente” ad chiamare “le autorità competenti degli Stati di bandiera, ai fini della sicurezza, e il MRCC competente per la più vicina SRR, quale ‘better able to assist’, salvo espresso rifiuto o mancata risposta di quest’ultimo” E ancora: le Ong devono “cooperare con l’MRCC, eseguendo le sue istruzioni ed informandolo preventivamente di eventuali iniziative”. Ad avvisare l’Olanda (stato di bandiera di Lifeline) ci ha pensato Salvini con una nota ufficiale. Ma se l’Mrcc competente in questo caso era la Libia (che aveva assunto il comando dell’operazione e che la stessa Guardia costiera italiana aveva indicato come alla guida), perché si sono arrogati il diritto di non rispettare l’ordine “state fermi”?

Ora li portate in Olanda.