Benetton ama tanto i lavoratori low-cost da volerli importare in Italia

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Un gruppo così impegnato nel delocalizzare all’estero per risparmiare, deve avere pensato che è meglio investire nel far entrare l’estero in Italia.

Lavoro minorile nelle fabbriche in Turchia e Nordafrica. Per capire di cosa stiamo parlando su 7500 dipendenti di Benetton Group solo 2500 lavorano in Italia, tra i terzisti 7.400 su oltre 27 mila.

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Ma il caso più eclatante resta senza dubbio quello del crollo del Rana Plaza in Bangladesh, dove circa 1100 operai, impiegati in questa fabbrica-alveare senza i requisiti minimi di sicurezza, trovarono la morte. Tra le macerie spuntarono fuori i capi Benetton e solo così si scoprì che l’azienda “veneta” utilizzava gli schiavi del Bangladesh per la produzione. Benetton inizialmente non volle dare nessun risarcimento e solo dopo un lungo tira e molla acconsentì a risarcire le famiglie delle vittime con 970 dollari a testa.

Senza dimenticare l’impegno nel genocidio del popolo Mapuche, per liberare territorio da utilizzare per l’allevamento dei capi.

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