Studenti portati a servire i profughi per imparare a sottomettersi

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Con gli studenti per imparare servendo

Distribuire pasti alla parrocchia delle Gianchette di Ventimiglia e al Campo Roja della Croce Rossa, che ospitano i clandestini afroislamici che bighellonano nella città martire dell’immigrazione.

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Sono alcune delle folli attività che le Facoltà di Psicologia e Scienze della Formazione dell’Università Cattolica hanno proposto agli studenti di Brescia (progetto “Ventimiglia all’ora”).

In pratica insegnano il masochismo. Una sorta di esperienza che farebbe faville in qualche locale equivoco di scambisti.

In tre gruppi si sono trasferiti dalle aule all’esperienza sul campo, dalla teoria alla pratica del masochismo. Ospitati alle Gianchette, simbolo della sottomissione agli immigrati in transito verso la Francia, hanno collaborato con la Carita$ Intemelia.

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Racconta Valeria della Valle: «Accoglievamo le persone giunte per la colazione, poi preparavamo il pasto. Al pomeriggio ci trasferivamo al campo della Croce Rossa, dove insegnavamo italiano, assemblavamo kit di prima necessità, organizzavamo una ludoteca e delle feste».

Addestrano i futuri sudditi.

Alla sera il gruppo si ritrovava per rielaborare l’esperienza, e chissà che eccitazione di gruppo, insieme alle docenti Livia Cadei, Monica Amadini e Carla Astori.

Cadei, che insegna Pedagogia Interculturale, spiega: «Le giornate trascorse a Ventimiglia si inseriscono nel Service Learning, una proposta formativa con cui vogliamo innovare la didattica accademica. Il binomio di parole ne spiega il significato: service, il volontariato e le azioni solidali verso la comunità; learning, l’apprendimento di competenze professionali, sociali e didattiche». In questo modo, dice, i ragazzi sperimentano, continuando ad apprendere, ciò che hanno studiato sui testi, dallo shock culturale ai drammi nei percorsi migratori.

Poi vi meravigliate se dalle università escono emeriti imbecilli. Allora ci teniamo la Fedeli.




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