Arrivano le prigioni per clandestini: rinchiusi in attesa di essere espulsi

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«Se vinco, riempio gli aerei di immigrati e li riporto a casa». Ora è il momento di passare ai fatti.

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I numeri: sono 136mila i finti profughi in attesa di asilo. Poi ci sono i 500mila clandestini. Per espellerli, servono centri dove trattenerli: non di accoglienza, ma di identificazione ed espulsione. Preferibilmente vicino agli aeroporti. Miliari.

«Servono centri per espellere, basta alla Sicilia campo profughi d’Europa. Non assisterò senza fare nulla a sbarchi su sbarchi su sbarchi», ha ribadito infatti ieri il numero uno del Viminale in occasione della visita all’hotspot di Pozzallo, in provincia di Ragusa.

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Perché con il ritmo attuale di appena settemila clandestini espulsi «ci mettiamo un secolo», accusa il ministro, che ha come priorità, oltre agli accordi con i Paesi da cui provengono gli immigrati e la ridefinizione del ruolo dell’Italia in Europa, appunto l’apertura di nuovi centri di espulsione nelle varie regioni, anche al nord, dove le città sono assediate dai clandestini.

Il leader leghista è determinato ad accorciare i tempi necessari per rimandare a casa gli irregolari e si mostra fiducioso sulla collaborazione delle istituzioni interessate: «I nostri uffici ci stanno lavorando – dice – se si tratta di avere luoghi di trattenimento pre-espulsione i sindaci non si opporranno. Non chiedono altro. Il problema sono i centri dove la gente esce di mattina e torna la sera».