L’ultimo attacco ha visto vittima una giovane australiana di 18 anni, che si trovava in Svizzera per uno scambio linguistico. Invece di portarla all’indirizzo indicato, l’ha porta in un vicolo a Kriens (LU) dove l’ha violentata sul sedile posteriore del taxi. Dopo venti minuti di calvario, la giovane donna riuscì finalmente a fuggire e poi ad allertare la polizia.
Nello specifico, il pubblico ministero accusa il convenuto di stupro, rapimento e coercizione sessuale. A questo si aggiunge l’accusa di gravi lesioni fisiche in quanto il tassista è positivo al virus dell’HIV. Di conseguenza, potrebbe aver infettato le sue vittime e anche i partner delle vittime.
Oltre allo stupro dell’australiana, il tassista è accusato di aver abusato sessualmente di altre cinque clienti, di età compresa tra i 17 e i 25 anni. I fatti si sono verificati tra il 2010 e il 2016.
L’ufficio del pubblico ministero ha chiesto una pena di 7 anni di carcere e il divieto di esercitare la sua professione per 5 anni. Il divieto per soli 5 anni! Sono ridicoli anche in Svizzera.
Tra Uber e liberalizzazioni presto anche in Italia la situazione potrebbe essere quella dei pakistani col taxi.
Luzerner Staatsanwaltschaft ist sich sicher: Taxifahrer N.K.* vergewaltigt 18-Jährige auf Rücksitz https://t.co/Rt2NMU9fSW pic.twitter.com/X2kp57xi92
— Blick (@Blickch) May 29, 2018