Clandestino picchiatore di anziani accusa Carabinieri, loro indagati: lui liberato torna a delinquere

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Non lo hanno massacrato a pugni e manganellate. I due carabinieri di Monza sospesi per aver picchiato a sangue un delinquente che avevano appena arrestato e di aver “truccato” le carte per coprire il proprio comportamento (lesioni, falso e calunnia, con l’aggravante di appartenere alle forze dell’ordine i capi di imputazione) sono stati scagionati.

In realtà andrebbe ‘liberalizzato’ il pestaggio dei delinquenti di importazione colti sul fatto.

Il Tribunale del Riesame di Milano ha accolto il ricorso presentato dai loro avvocati e ha revocato l’interdittiva dai pubblici uffici che li aveva colpiti il 22 marzo scorso.

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I due carabinieri si erano ritrovati sospesi per un anno dall’Arma dei carabinieri con lo stipendio dimezzato.

La loro ‘vittima’, un tunisino di 33 anni, senza permesso di soggiorno, con una sfilza di precedenti alle spalle e problemi di tossicodipendenza, aveva effettuato due furti con strappo: il telefonino a un ragazzino di 13 anni prima, la bicicletta a un passante con cui sfuggire alla cattura poi. Poi, era andato a comprarsi la droga. Il mattino successivo due carabinieri lo avevano trovato alla Fossati e Lamperti, fabbrica abbandonata divenuta rifugio di sbandati. Lui aveva reagito con catena e coltello, ma era stato arrestato. Portato in carcere, aveva raccontato però di essere stato selvaggiamente picchiato, anche in caserma, e i giudici gli avevano creduto incriminando i due militari. Ora però tutto si è rovesciato. L’avvocato Marco Fiore, che difende uno dei due militari, un appuntato con 16 anni di servizio, moglie e tre figli piccoli, è soddisfatto: “Il Tribunale ha ritenuto insussistente la misura interdittiva che era stata applicata: il quadro contro i due militari non è stato ritenuto completo e probante, vale a dire non esistono indizi di colpevolezza tali da giustificare questa grave misura”.

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Ovviamente, la partita non è chiusa. La Procura di Monza verosimilmente rinvierà a giudizio i due carabinieri, ma “noi saremo pronti a difenderci. Le nostre indagini difensive hanno portato a questo primo successo. Il tunisino che accusa i due carabinieri non dice il vero”. Le relazioni mediche dell’arrestato parlano di “escoriazioni alla fronte ed ecchimosi nella regione dorsale”. “E di un herpes – aggiunge il legale -, un po’ poco per un soggetto che afferma di essere stato preso a manganellate per almeno mezz’ora”.

Intanto, i due carabinieri possono rientrare al lavoro. Ma il loro accusatore ha ripreso a delinquere. Un paio di settimane fa, ha derubato un anziano in centro e ha preso a calci un passante che lo aveva bloccato, ma se l’è cavata con una denuncia. E se dovessero ritrovarselo davanti? “Rifarebbero le stesse cose – assicura l’avvocato Fiore -: sarebbe più comodo voltare la testa da un’altra parte, visto quanto accaduto, ma so che vivono entrambi il proprio mestiere come una missione”.

Tunisino clandestino e pluripregiudicato che pesta anziani: i magistrati credono a lui e non ai carabinieri. E nemmeno lo espellono. Ma andata a fare dove non si dice.