Magistrato si inventa una legge che non c’è: politico a giudizio per ‘omofobia’

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Invoca la libertà garantita dalla Costituzione di manifestare il proprio pensiero, Mirco Ottaviani, il leader di Forza Nuova Romagna rinviato a giudizio al Tribunale di Forlì per la vicenda dei manifesti funebri affissi in occasione della prima unione civile gay di Cesena, avvenuta nel 2016.

In quell’occasione venne realizzata una manifestazione a tema con tanto di lumini e altri simboli funerali, in quanto si celebrava – a detta dei protestatari – il funerale della famiglia italiana.

Gli avvoltoi, Arcigay e Comune di Cesena saranno parte civile al processo. La novità del procedimento penale è che si procede per omofobia, anche se la legge non esiste, con l’applicazione estensiva della Legge Mancino contro le discriminazioni razziali. Come se gli omosessuali fossero una razza e, questo, a prescindere dal fatto che essere contro la vergogna dei matrimoni gay possa essere un reato.

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Mirco Ottaviani interviene sul processo che lo vede imputato per “odio di genere”, annunciando – tramite un comunicato di Forza Nuova – che inizieranno una lunga serie di iniziative e una raccolta fondi per le spese processuali. Ottaviani nella sua esternazione spiega che “mi trovo da qualche giorno sotto processo per due manifestazioni di dissenso ai primi due cosiddetti “matrimoni gay” tenutisi a Cesena tra settembre 2016 e febbraio 2017”. Si difende: “Due manifestazioni sì volutamente provocatorie, ma dal fortissimo valore politico, etico, morale. Per la prima volta in tribunale la famigerata legge Mancino viene applicata a una cosiddetta “discriminazione di genere o orientamento sessuale”, con tanto di contestuale tentativo di stroncatura della dissidenza politico-culturale attraverso richieste di risarcimento danni (quali?) per centinaia di migliaia di euro da parte di Comune di Cesena e associazione Arcigay”.

Ottaviani evoca l’idea che una limitazione della libertà di pensiero diventa un domani una limitazione per tutta la società: “Proprio nelle ore in cui l’opinione pubblica è giustamente scandalizzata per un presidente della Repubblica che contesta un’opinione nel procedimento di nomina di un ministro, in pochi si accorgono che questa limitazione della libertà di manifestazione del pensiero presto, prestissimo, riguarderà ciascuno di noi. Hanno cominciato, da decenni, con le varie “apologie” in tutte le salse, con cui hanno ridotto al silenzio migliaia di cittadini colpevoli anche solo di aver espresso pubblicamente un’opinione o una critica al sistema democratico. Poi, gradatamente, hanno applicato la contestazione di “xenofobia” anche a chi si fosse pur timidamente accinto a valutare la pericolosità e l’insensatezza del massiccio e incontrollato fenomeno immigratorio”.

Ed ancora: “Ma non vogliono limitarsi solo a controllare i fenomeni e i processi sociopolitici: vogliono controllare anche le menti. Vogliono la perdita di ogni senso di vitalità, di fertilità e di slancio vitale verso il futuro. Ed ecco quindi arrivare i “reati d’opinione” per chiunque si azzardi ad affermare che la famiglia eterosessuale tradizionale e la funzione procreativa della coppia siano, e debbano rimanere, la normalità per un popolo che aspiri a proiettare nel futuro la propria continuità. I reati di omofobia, transfobia, bifobia, e chi più ne ha più ne metta: multe, processi, carcere, per chiunque, pur lontano da intenti di valutazione dei privati costumi sessuali, non si chini a reputare normale ogni genere di perversione omicida dell’ordine naturale millenario della nostra civiltà. Non difendiamo una parte politica. Difendiamo la possibilità di poter continuare a pensare liberamente e fuori da ogni dogma politicamente corretto”.

Il prossimo governo populista, che nascerà nonostante l’abusivo al Colle, deve abrogare la Legge Mancino. Liberticida. E il prossimo ministro della Giustizia deve inviare gli ispettori al tribunale di Cesena: dove non si applica la legge italiana, ma le fantasie dei magistrati locali. Dei quali, magari, sarebbe interessante conoscere le preferenze sessuali, così da smentire il dubbio che possano avere un certo conflitto di interessi.