La strage islamica di Manchester: 22 vittime dell’integrazione

Vox
Condividi!

Ieri, un anno fa, la strage islamica di Manchester durante il concerto di Ariana Grande: 22 vittime e 119 feriti. Dodici erano bambini. Perché a quelli puntava il terrorista musulmano scegliendo quel tipo di obiettivo.

L’ennesima dimostrazione di come l’immigrazione uccida il futuro. Non solo strozzando l’economia e la società in una stretta mortale che deprime la natalità autoctona: ma anche spargendo sangue. Perché l’obiettivo loro e di chi ci governa è chiaro: sostituirci. Con ogni mezzo. Un po’ con il pietismo, un po’ con la violenza.

Tra le vittime ci fu anche una bambina di otto anni, anche lei sacrificata sull’altare dell’integrazione a Manchester. Era dispersa, separata dalla mamma e dalla sorella durante la calca seguita all’attacco.  Poi la trovarono senza vita, morta nel terrore, morta cercando la mamma.

Si chiamava Saffie-Rose Roussos.

Il preside della sua scuola elementare, Chris Upton, disse: “Saffie era semplicemente una bella bambina, in ogni aspetto della parola, lei era amata da tutti”.

“Il pensiero che qualcuno possa andare a un concerto e non tornare a casa è straziante”, concluse.  Ma è ormai la nuova normalità al tempo dell’integrazione forzata.

Vox

Georgina Callander (left) pictured with singer Ariana Grande

Fu la seconda vittima confermata alla quale venne dato un nome. Poco prima era stato comunicato il nome di un’altra vittima, Georgina Bethany Callander (foto) , 18 anni e una vita davanti, fino a che un immigrato islamico decise che lei, Saffie, e altri 20 innocenti, dovevano morire:

Megan Hurley, 15, Liverpool
Elaine McIver, 43, CheshireCourtney Boyle, 19, GatesheadPhilip Tron, 32, GatesheadWendy Fawell, 50, Otley, LeedsEilidh MacLeod, 14, Isle of BarraChloe Rutherford, 17, South ShieldsLiam Curry, 19, South ShieldsSorrell Leczkowski, 14, LeedsMichelle Kiss, 45, BlackburnJane Tweddle-Taylor, 51, BlackpoolNell Jones, 14, Goostrey, CheshireMartyn Hett, 29, StockportAngelika Klis, 40, PolandMarcin Klis, 42, PolandOlivia Campbell, 15, BuryAlison Howe, 44, RoytonLisa Lees, 43, RoytonKelly Brewster, 32, SheffieldSaffie Rose Roussos, 8, Tarleton, LancsGeorgina Callander, 18, Whittle-le-Woods, LancsJohn Atkinson, 26, Radcliffe, Manchester

Tutti bianchi. Figli e genitori. Persone sacrificate sull’altare dell’immigrazione islamica.

Manchester non è una città qualunque. La città britannica ha quasi sempre riempito le fila del reclutamento dell’esercito islamico. Da Manchester sono partiti diversi ragazzi e diverse ragazze dis econda generazione che hanno deciso di arruolarsi nello Stato islamico. Uno dei casi più famosi riguarda due gemelle di 16 anni che da Manchester hanno raggiunto al Siria sposando successivamente due miliziani dell’Isis. Anche il fratello, circa un anno prima, aveva scelto la stessa strada arruolandosi nelle truppe dell’orrore.

MANCHESTER: ECCO IL TERRORISTA ISLAMICO SALAM ABEDI – FOTO

A Manchester è presente una grande comunità pachistana che di fatto in passato ha anche accolto alcuni membri di Al Qaeda. Tra questi anche Khalid Masood, l’uomo di 52 anni che il 22 marzo attaccò il ponte di Westminster. E anche da Al Qaeda con le parole del figlio di Osama Bon Laden sono arrivati messaggi e inviti a colpire: “Se sapete usare un’arma bene, altrimenti usate qualsiasi strumento per colpirli. Scegliete bene il vostro bersaglio e mantenente il segreto”.  Ricordatevi queste parole, alla prossima fiaccolata con islamici ‘solidali’ verso le vittime del terrorismo islamico. Perché qualunque immigrato islamico può essere un terrorista.