Il 22 maggio 1978, esattamente quarant’anni fa, veniva approvato il più grande genocidio mai concepito in Italia. Da allora sono stati uccisi prima di uscire dal grembo materno 6 milioni di bambini Italiani. Che poi è lo stesso numero – casuale – di immigrati che qualcuno vorrebbe in Italia. Prima hanno creato il vuoto, ora vogliono riempirlo.
Non è un caso che coloro che furono i più feroci sostenitori dell’aborto siano oggi i più esaltati fans dell’immigrazione:
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Tutto rientra in un più ampio piano a lungo termine di sostituzione etnica.
E anche se il ricorso all’interruzione di gravidanza – termine tecnico per l’omicidio di un bambino – è in costante calo tra le italiane, rimane comunque un’emergenza demografica e un’offesa alla sacralità della vita umana.
Va detto che, a differenza di quanto millantano i media di distrazione di massa, gli italiani non hanno mai votato a favore dell’aborto: il referendum radicale venne bocciato. Gli italiani approvarono, non abrogandola, la legge 194 che permetteva l’aborto solo in caso di pericolo per la madre: ‘pericolo’ che, come sappiamo, è stato poi utilizzato per dare il via libera ad aborti anche in caso di ‘disagio psicologico’, de facto il via libera all’aborto tout court.
Nel 2016, ultimo dato disponibile, il numero di aborti è stato pari a 84.926, segnando un meno 3.1% rispetto all’anno precedente quando ne erano state registrate 87.639. Fortunatamente, parliamo nel 30 per cento dei casi di immigrate, ma ciò non toglie che anche nel 2016, 62 mila bambini italiani sono stati eliminati prima di nascere.
E la diminuzione potrebbe essere dovuta all’effetto “pillola dei 5 giorni dopo”, ovvero l’aborto precoce.
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Un terzo degli aborti in Italia continua ad essere a carico delle donne straniere. Dopo un aumento importante nel tempo, gli aborti si sono stabilizzati e negli ultimi tre anni cominciano a mostrare una tendenza alla diminuzione: sono il 30% di tutte le IVG nel 2016, rispetto al 31.1% nel 2015. Per tutte le classi di età le straniere restano ancora più elevati delle italiane di 3 volte.
In conclusione: un italiano che oggi festeggia la legge 194 è come se un ebreo che celebrasse la conferenza di Wannsee. Quel giorno è stato deciso lo sterminio preventivo di un popolo. E non tirate fuori il diritto della donna, quando si parla di diritti, si pensa sempre al più debole: è nel caso delle donna incinta, il più debole è il bambino nel suo grembo.
Di certo sappiamo che nessuna donna abortirebbe (diciamo il 99%) se non fosse costretta, quindi dobbiamo rimuovere i motivi economici che costringono le donne ad abortire. Ma nondimeno, la legge 194 è un omicidio di Stato.