Sindaco sdogana donne-forno per i gay e accusa i maschilisti

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CREMA – Non si fermano le proteste notturne contro l’atto di trascrizione dell’ufficio anagrafe per due gemellini nati all’estero, firmato nei giorni scorsi dal sindaco Stefania Bonaldi, che riconosce dunque due padri per i piccoli. Dopo gli striscioni di Forza Nuova e Casapound, nella notte di venerdì 18 maggio sulla porta a vetri di ingresso del palazzo comunale sono comparsi manifesti di Progetto nazionale Crema, in difesa della famiglia tradizionale, formata da un papà, una mamma e dai bambini.

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La sindaca di Crema ha replicato: «Simili atti di protesta e intimidazione non ci fermano, noi andiamo avanti». E dal suo profilo social una ulteriore bizzarra riflessione: «Quel clima orrendo, maschilista, ignorante che gli uomini crearono durante il Fascismo, in cui la donna era solo una fattrice, una fabbricante di figli, grazie a Dio è passato, e faremo in modo non torni più».

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L’utero in affitto ha invece trasformato la donna da ‘fattrice’, come dice questa sindaca, direttamente a forno. Ci vuole molta confusione in testa per accusare gli altri del proprio crimine: sfruttare le donne.

E le donne non le sfruttano i ‘maschilisti’, ma i suoi amici con le unghie laccate.