Un flop Arcobaleno: le unioni civili sono l’1% dei matrimoni

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La legge sulle unioni civili compie due anni e in ventiquattro mesi nono sono nemmeno seimilacento le cosiddette coppie omosessuali che si sono ‘sposate’.

Per la precisione, sono 6.063, come risulta dai dati aggiornati al 31 dicembre scorso, elaborati dal Ministero dell’Interno.

Nello stesso periodo di tempo ci sono stati circa 400.000 matrimoni normali. Parliamo quindi di poco più dell’1 per cento. Sono numeri risibili. Tenendo conto che il secondo anno, dopo il primo di rodaggio burocratico, è quello che include tutti gli entusiasti, per i prossimi anni si scenderà sotto l’1%.

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Per mesi i fanatici Lgbt+++ hanno tenuto ostaggio tutto il sistema mediatico compiacente in nome di sedicenti diritti a sposarsi. Per qualcosa che interessava l’1% della popolazione. Lo squilibrio mediatico è evidente, le minoranze iperattive sono bene infiltrate nel complesso della propaganda mediatica.

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Non solo, perché non tutte le 6mila ‘unioni civili’ sono tra gay, anche se è impossibile avere numeri in questo senso, quindi parliamo di numeri ancora più risibili.

Insomma, la famigerata legge Cirinnà, che nel frattempo ha però dato il via libera al commercio di bambini, era, come sempre, una finta ‘emergenza’.

Le unioni civili non interessano nemmeno i gay che rappresentano il 3% della popolazione: solo 1/3 di loro ha scelto di ‘sposarsi’. Gay che, infatti, notoriamente se ne sbattono di dare vita a ‘coppie’ stabili. Preferendo il nomadismo sessuale, come evidenzia la diffusione delle malattie sessuali.