Salvini non intende tradire chi l’ha votato per fare il governo
“Una mia precondizione perché il governo partisse era che non si rompesse l’alleanza di centrodestra. E quindi ringrazio sia il presidente Berlusconi che il presidente Meloni per la possibilità di tentare di dar vita a questo governo senza spaccare la coalizione con cui abbiamo preso 12 milioni di voti e a cui continuo a far riferimento”.
E “gli accordi un tanto al chilo non fanno per me. Sull’immigrazione le posizioni di Lega e M5S partono da una notevole distanza e nel rispetto dei diritti umani, dei trattati, della solidarietà, lo dico da padre di famiglia, però mi rifiuto di pensare all’ennesima estate/autunno degli sbarchi, del business dell’immigrazione clandestina in saldo. E quindi su questo la Lega deve avere mano libera per la tutela della sicurezza dei cittadini e smantellare il business sulla pelle di queste persone“.
“Gli italiani sicuramente ci hanno votato per riportare a Bruxelles e a Strasburgo la centralità del tema italiano del lavoro, della difesa dell’agricoltura, del made in Italy, della pesca. Oggi è caduto il soffitto dell’ennesima scuola e per fortuna senza i ragazzi in classe. Io devo sbloccare la possibilità di spendere i soldi bloccati da vincoli esterni perché i nostri figli devono poter andare a scuola senza chei soffitti gli cadano in testa. Ad oggi ho dei vincoli esterni che non me lo permettono. O riesco a dare vita a un governo che ridiscute questi vincoli esterni oppure è un libro dei sogni. Il governo parte se può fare le cose, altrimenti non cominciamo neanche. Per questo abbiamo chiesto al presidente qualche altra ora”.
Uscito dal Quirinale Salvini risponde così a chi gli domanda se la trattativa con M5S si sta incagliando sul nome del ministro dell’economia: “Fosse solo quello…”. Il segnale, forse, che l’accordo è più lontano che mai.
Dopo qualche minuto il Quirinale fa sapere che il presidente della Repubblica non intende impedire la nascita di un governo politico che avvii finalmente la legislatura. Il capo dello Stato ha quindi preso atto della richiesta di Lega e M5s di avere qualche giorno in più di tempo. Le forze politiche, da parte loro, faranno sapere al presidente quando saranno pronte.