Troppi profughi, sindaco diserta Festa Repubblica: “Nulla da festeggiare”

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«Troppi profughi, per protesta non parteciperò alla Festa della Repubblica». Questa la presa di posizione del sindaco leghista di Pescate Dante De Capitani, da tempo critico rispetto alle politiche di accoglienza dei richiedenti asilo messe in atto anche nel territorio lecchese. E ne ha ben donde, visto quello che combinano.

«Il prossimo 2 Giugno, come negli ultimi cinque anni, non parteciperò alle celebrazioni organizzate dal Prefetto, ma resterò a lavorare in Municipio – commenta De Capitani – Non ci sono occasioni per fare festa, soprattutto in questo momento in cui c’è grande preoccupazione tra i cittadini perchè lo Stato non riesce a garantire la loro sicurezza in casa, nei luoghi pubblici e sui treni».

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Il riferimento è a quanto avvenuto lungo la linea Lecco-Milano dove un poliziotto è stato massacrato di botte da un gruppo di nigeriani ospiti in un centro di accoglienza.
«Questa insicurezza – accusa il sindaco di Pescate – è nata dalla scellerata scelta di Governi e Prefetture che hanno riempito le nostre città di persone senza patria, senza regole e senza rispetto. Molti di questi profughi sono lasciati liberi di delinquere sul territorio nazionale anche una volta appurata la mancanza di requisiti per poter chiedere asilo». Dante De Capitani lancia quindi una frecciata ad alcuni suoi colleghi: «Questa situazione si è venuta a creare anche per colpa di certi sindaci compiacenti».

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Per questa parola i soliti sinistardi di Facebook lo hanno censurato: «Ho fatto casino sui migranti e sono stato segnalato, ora il mio profilo personale e la mia pagina Facebook sono stati bloccati per tre giorni – fa sapere il diretto interessato – La ritengo una censura che però non mi intimidisce. Appena potrò tornerò a scrivere, e lo farò con lo stesso vigore di prima».

Non basta. Voi della Lega dovete presentare una legge in Parlamento che imponga a facebook di non discriminare gli utenti in base alle loro idee politiche. Si blocca solo chi viola le leggi, non chi ha idee diverse da quelle dei moderatori di facebook. Che sono tutti lavoratori sottopagati del terzo mondo.