Roma: coi soldi spesi per i profughi ospitati in città, si compravano 250 bus nuovi

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L’esplosione in centro è stata causata da un cortocircuito all’impianto elettrico del mezzo, confermano gli inquirenti. Un altro va in fiamme in periferia. Non è la prima volta. I sindacati denunciano le “condizioni estreme” degli autobus della municipalizzata. L’assessore alla mobilità Linda Meleo si difende: “Era del 2003, acquistato dal sindaco Veltroni”. Beh, potevate comprarne qualcuno nuovo.

Roma, continuano a bruciare bus Atac – VIDEO

A luglio dello scorso anno, poco prima di dimettersi in polemica con l’amministrazione Raggi, l’allora direttore generale dell’Atac, Bruno Rota, aveva lanciato un allarme piuttosto esplicito: “L’effetto combinato dell’anzianità del parco mezzi e l’impossibilità di fare interventi di manutenzione, dato che non si trovano fornitori disposti a darci credito, fa sì che non si riesca a far fronte alle esigenze di normale funzionamento”. Ovvero, sommersa da un debito di quasi un miliardo e mezzo, l’azienda del trasporto pubblico non ha i soldi per riparare i bus guasti. E il caso di oggi fa rumore perché avvenuto su un mezzo in servizio ma scene simili, nelle rimesse, sono ormai un’abitudine.

“Gli incendi, meno plateali ma ugualmente gravi per le vetture rispedite nei depositi, si manifestano in media ogni quattro giorni, cioè un autobus ogni 96 ore finisce «ricoverato» per anomalie – scintille, fumo, minaccioso odore di bruciato – che in un caso o nell’altro rendono necessari ulteriori controlli”, scriveva il Corriere nel marzo 2017, “con una sola conseguenza possibile: i mezzi in circolazione faticano a coprire anche soltanto le corse giornaliere già ridotte di 2.700 rispetto al contratto di servizio in piedi col Comune”. Il parco bus dell’Atac, scriveva il quotidiano, “è stravecchio e usurato”: “Si stima che ogni giorno almeno 300 vetture restino ferme, bloccate tra i depositi di Magliana e Tor Sapienza. Così, in assenza di pezzi di ricambio, è diventato normale anche cannibalizzare le carcasse disponibili e inservibili. Con un doppio danno: peggiorare lo stato di salute dei bus già in officina e adeguare alle vetture circolanti ricambi già utilizzati ed eventualmente usurati”. e la situazione, un anni dopo, non sembra affatto migliorata.

Poi, ovviamente, ci sono gli zingari che distruggono quelli sani:

Roma, Zingari attaccano bus: autista vivo per miracolo

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Il fenomeno dei bus che prendono fuoco a Roma e’ cosi’ sentito dai romani che ha dato il nome anche ad un hashtag su twitter: #flambus. Secondo una tabella pubblicata con questo hashtag sul social network, con tanto di codici delle vetture, numero di linee, strade interessate e date, prima del caso odierno in via del Tritone, nel 2018 sono stati otto i casi di bus andati a fuoco in citta’, tra principi di incendio e mezzi completamente distrutti. Ventidue, invece, i casi conteggiati nel 2017. E per il segretario della Filt Cgil Roma e Lazio Eugenio Stanziale, “Le condizioni in cui operano i bus sono condizioni estreme, a conoscenza di tutti e più volte denunciate anche da noi. Si fa la manutenzione possibile con le risorse disponibili, il concordato preventivo però ha bloccato tutto. Questa città necessità di mezzi nuovi, perché quelli che ci sono, sono vecchissimi, la flotta più ‘antica’ di Europa, e da qui derivano questi problemi. I cittadini esasperati alla fine se la prendono con gli autisti”.

E se molta della responsabilità è della Raggi, che sperpera soldi in Zingari, la responsabilità maggiore è del governo. Facendo un calcolo veloce, a Roma sono ospitati circa 15 mila cosiddetti profughi, al costo di 35€ per ognuno di loro, sono quasi 200 milioni di euro all’anno.

Con questa cifra, se fosse stata destinata al trasporto pubblico invece che ai fancazzisti, si sarebbero potuti acquistare circa 250 bus nuovi. Se pensate che 200 è il numero di quelli acquistati dal Comune di Roma in 2 anni, avrebbe fatto la differenza. Ma le priorità del Pd e della Raggi sono altre: i fancazzisti.

Se poi pensate che:

Nei cinque anni di PD al governo si poteva rinnovare tutto il parco bus romano con i soldi spesi per i profughi (finti) ospitati a Roma.