Migrante a processo per stupro ragazza: “Mi ha provocato”

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Condannato per avere violentato una turista canadese fingendosi un tassista e, in precedenza, anni prima, una ragazza che rientrava a casa. Ma l’immigrato, il 28enne salvadoregno José Balmore Argueta Iraheta, non si è dimostrato per niente pentito, anzi. ha cercato di “scaricare” la responsabilità sulla canadese che, secondo lui, l’aveva provocato avvicinandosi all’auto.

Con le «parziali ammissioni» contenute in alcune lettere da lui scritte e depositate nel processo, José Balmore Argueta Iraheta, salvadoregno 28enne arrestato per aver stuprato, lo scorso settembre, una turista canadese a Milano e poi ritenuto responsabile anche di una violenza di 7 anni prima su un’altra donna, ha cercato solo di ottenere uno sconto di pena.

Iraheta era stato fermato, lo scorso novembre, dai carabinieri che lo avevano rintracciato ad Alessandria, dopo lo stupro del 17 settembre ai danni della turista canadese di 30 anni (parte civile col legale Olivia Kissov) in zona Crescenzago, a Milano . Per aggredirla l’uomo aveva fatto finta di essere un tassista.

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Tra l’altro, «gettando una luce offensivamente ambigua» sulle vittime sostenendo, ad esempio, che fu la turista «ad avvicinarsi alla sua macchina», scrive il gup Natalia Imarisio nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 16 marzo, lo ha condannato a 12 anni di carcere con rito abbreviato.

Dopo i rilievi genetici del Ris di Parma nell’inchiesta del pm Gianluca Prisco, poi, il giovane, legato alla gang sudamericana MS18, era stato individuato anche come lo sconosciuto che, il 14 novembre del 2010, aveva violentato una passeggera a bordo del treno Milano-Vignate.

Il salvadoregno con tre lettere depositate nel processo aveva provato a fornire una diversa ricostruzione dei fatti, negando, in pratica, gli abusi. Per quanto riguarda la violenza sul treno (la donna, rappresentata dal legale Patrizio Nicolo’ò venne anche rapinata del cellulare), il salvadoregno ha sostenuto che all’epoca aveva «appena 20 anni» ed era «senza soldi». In relazione agli abusi contro la turista canadese, invece, ha provato a raccontare che lui aveva interpretato male l’atteggiamento della donna.

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Parziali ammissioni, secondo il gup, che non sono state «animate da sincero pentimento», ma che erano piuttosto «il tentativo, in extremis, di una mitigazione di pena». Un tentativo passato anche per delle offese, quando, ad esempio, ha fatto riferimento ad una presunta «disponibilità» che una delle due vittime «gli avrebbe fatto intendere». Il gup evidenzia, invece, nelle motivazioni la «pericolosità sociale» del 28enne con precedenti per «rissa, armi e tentato omicidio» e che «ha agito ai fini di appagamento sessuale senza farsi scrupolo alcuno».

Le due donne, tra l’altro, una «in vacanza in Italia» e l’altra «che stava semplicemente rincasando, nella sua `normalità´ da pendolare» – scrive il gup nella parte del riconoscimento dei risarcimenti – h anno subito un danno anche nella vita «sociale» che ha inciso sulla «serenità» negli «spostamenti da sole».