Immigrati sostituiscono archeologi italiani: “Anni di studio poi assumono Mohammed”

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I 50 cosiddetti profughi sono impegnati nello scavo a Ragusa della necropoli sotto la guida di Francesco Cardinale, archeologo della famigerata cooperativa di Chiaramonte Gulfi.

Tutti richiedenti asilo che guadagnano 400 euro al mese.

“Una cosa indecente!”, scrive Cristina, “Dopo anni di formazione, noi archeologi siamo costretti a trovarci altri lavori. Spesso dobbiamo lavorare gratis perché il volontariato va così di moda che la nostra professione è ridotta a questo. E adesso fare l’archeologo è un mestiere da insegnare ai migranti? Senza laurea, competenze, formazione?!”.

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Le fa eco Colette: “Voglio vedere quanto buonismo si sfodererebbe se iniziassero a utilizzare migranti diciottenni per assistervi come medici in ospedale o come avvocati in tribunale”.

Renato la butta in politica: “che vadano in Egitto che la c’è da scavare e lascino ai disoccupati italiani la possibilità di diventare archeologi..certo che il Pd dei centri sociali vuole giocare con l’intelligenza degli italiani”.

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Duro Massimiliano: “semplicemente qualche zecca mondialista si è infiltrata nel dipartimento e ne approfitta per fare le sue stronzate ideologiche”, e ancora, “con tutti i laureati siciliani in archeologia e storia che ci sono disoccupati fate lavorare i clandestini!”.

Per il neo assessore ai Beni Culturali della giunta regionale di centrodestra, tal Sebastiano Tusa (foto), quella di Ragusa è un’esperienza esemplare : “Un progetto modello per la Sicilia intera”.

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