Samba, il profugo africano assunto in Polizia: questura diventa moschea

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Quando arriva l’ora della preghiera, la Questura diventa moschea. Samba si alza dalla sua scrivania, chiede scusa ai colleghi poliziotti, si fa largo tra i corridoi e si apparta dentro una saletta vuota. Poi si genuflette in direzione La Mecca e comincia a pregare. Allahu Akbar. Litanie religiose.

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Samba è un rifugiato del Mali. E’ sbarcato a Messina nel maggio 2015. E’ stato accolto dalla cooperativa Pane e Rose di Prato.

[…] è stato preso a lavorare in Polizia. Ha un contratto di collaborazione alla Questura di Prato, dove fa l’interprete e il mediatore culturale.

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“A volte li guardo negli occhi e mi viene da piangere. Questi ragazzi si ritrovano a delinquere perché sono emarginati, e perché credono sia la via più semplice per mandare soldi a casa. A loro piacciono i sodi facili”.

“Dall’Africa si ha la percezione che in Europa sia tutto semplice, ma invece non è così. Chi sta per mettersi in viaggio, deve sapere che vivere in Europa è molto difficile. Ai miei cugini e ai miei amici sconsiglio di partire, in Italia una stanza in affitto costa 300 euro. Corrispondono a 400mila Cfa, una cifra astronomica per l’Africa”.

In pratica l’immigrazione clandestina genera lavoro per altri immigrati clandestini. Che trasformano una questura in moschea.