Ragazzini portati in residence dei profughi: “Ma che bella struttura immersa nel verde”

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Articolo degno della Pravda dei tempi che fu nel giornale locale di Vercelli. Scritto in prima persona, come fosse il reale pensiero dei ragazzini, ‘invitati’ a visitare un centro profughi da programma del ministero dell’analfabeta funzionale Fedeli:

Una gita speciale quella di martedì 24 aprile, una gita che ci permesso di confrontare le nostre vite con quelle di un gruppo di ragazzi che hanno dovuto affrontare il viaggio della speranza.

Un vero esempio che ha stimolato noi giovani a riflettere e a capire l’importanza di vivere in un paese dove non ci sono conflitti e in cui tutti abbiamo la possibilità di andare a scuola e istruirci.

Martedì 24 aprile infatti noi ragazzi della 2°A e 2°B del corso socio-sanitario dell’Istituto Professionale Lanino di Vercelli siamo stati ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria per richiedenti asilo della Cooperativa Versoprobo nella frazione di Vacciago, sul Lago D’Orta.

Il Direttore Claudio Berlini e Sara Brasacchio ci hanno illustrato anche attraverso filmati ciò che viene svolto dagli utenti della struttura, dallo studio della lingua e della cultura generale ai lavori socialmente utili anche come forma di integrazione.

Claudio e Sara, con cui abbiamo discusso del fenomeno migratorio di questi ultimi anni, ci hanno spiegato il significato di diversi termini di cui oggi sentiamo tanto parlare come migranti, clandestini, extra-comunitari, richiedenti asilo e stranieri… Tutte parole che erroneamente consideriamo sinonimi e che invece hanno differenti significati.

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Abbiamo affrontato la tematica in modo da analizzare e commentare sia i dati numerici sia i recenti fatti di cronaca che hanno messo in luce la disapprovazione e l’ostilità di una parte della popolazione nei confronti dei centri di accoglienza e dei loro operatori.

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Alcuni ragazzi risiedenti in questa bellissima struttura immersa nel verde si sono presentati raccontandoci la loro storia. Attraverso le loro parole e grazie alla loro sensibilità abbiamo capito che hanno dovuto affrontare momenti difficili da cui poi però sono usciti a testa alta.

Alcuni hanno voluto dimostrarci la loro passione per la musica cantando e suonando canzoni tipiche della loro terra, trasmettendoci così tanta gioia da farci alzare e unirci a loro danzando e battendo le mani a ritmo di musica.

La mattinata si è conclusa con un pranzo offerto dagli operatori del centro e con lo scatto di qualche foto in giardino per mantenere il ricordo di questa fantastica esperienza.

Nel pomeriggio ci siamo recati a Orta dove abbiamo visitato il Sacro Monte con le cappelle dedicate alla vita di S. Francesco d’Assisi, il centro storico e l’isola di S. Giulio.

È stata una giornata di apprendimento e riflessione grazie alla quale ognuno di noi ha potuto accantonare i pregiudizi, lasciare spazio all’umanità e provare sulla propria pelle che chi davvero ci circonda sono persone, non numeri.

Ma soprattutto l’insegnamento più bello che ci portiamo dentro da questa esperienza è che fra noi e loro non c’è nessuna differenza, perché abbiamo la stessa voglia di vivere e di sorridere.

Ci vogliono sudditi non pensanti.