Bambini costretti dalla scuola a cantare Bella Ciao

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A Quarto d’Altino, in provincia di Venezia, gli alunni delle scuole medie dell’Istituto Roncalli sono stati costretti dagli insegnanti a cantare “Bella Ciao”, l’inno dei partigiani rossi, quelli che ci volevano vendere all’Unione Sovietica.

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Al termine dell’inno di Mameli, come se fosse un inno ‘informale’, i ragazzini hanno attaccato a cantare la canzone partigiana, suscitando le ire del sindaco di Marcon Matteo Romanello e di quello di Quarto Claudio Grosso, entrambi di destra. I due hanno deciso di abbandonare la cerimonia.

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Grosso ha parlato di “un blitz meditato” da parte della scuola, visto che l’esecuzione di “Bella Ciao” non era nemmeno in programma. Il primo cittadino inoltre si è scagliato contro chi lo accusa di aver voltato le spalle ai ragazzi, spiegando che il canto partigiano è stato intonato dopo lo “sciogliete le righe” e quindi solo una volta che la cerimonia ufficiale si era già conclusa.

Matteo Romanello: “Me ne sono andato, non avevo nessuna intenzione di stare ad ascoltare. È inaccettabile far cantare Bella ciao ai bambini di 11 anni. Il 25 Aprile celebriamo la Festa della libertà, quale espressione di un sentimento nazionale unitario. Dopo 73 anni la nostra missione è andare oltre il compromesso storico sancito dai padri costituenti, che generò la nostra Costituzione repubblicana, spogliandosi da qualsiasi pregiudizio e opinione, nel rispetto dei principi di democrazia e di libertà. Il nostro impegno dev’essere quello di trasmettere gli errori del passato alle future generazioni, senza strumentalizzare quanto successo”.