Vedete che tutto, alla fine, torna: carne fresca.

“Perché non vi fate preti?“, il lascivo suggerimento che i cosiddetti profughi ospitati in città si sono sentiti rivolgere dal rettore del seminario di Vittorio Veneto, Treviso, don Gianluca Papa.

Che li ha accolti numerosi in istituto. Ma ora li vuole più vicini. Molto più vicini.

Mancano preti a Vittorio veneto ed in diocesi. Sempre più numerose sono i parroci a scavalco, in servizio presso più comunità. Il prete è un “lavoro che gli italiani non vogliono più fare” e la presenza di sacerdoti africani si sta moltiplicando. L’altra settimana il vescovo Corrado Pizziolo ha ordinato l’ultimo diacono, che si prepara a diventare prete.

E allora serve carne fresca. Così ecco l’invito del rettore don Papa:

«Forse i tempi non sono ancora del tutto maturi – ha ammesso – ma prego il Signore affinché presto – anche dalle famiglie di fratelli e sorelle immigrati, che ormai si stanno integrando nelle nostre comunità parrocchiali – il Signore chiami ragazzi e giovani al ministero ordinato». Sorpresa tra i presenti, in seminario. «Perché no? Sono certo – ha insistito Papa – che non manca molto perché ciò accada. E sarà un dono grande per il nostro seminario, un modo nuovo con cui il Signore ancora donerà preti alla nostra diocesi, affinché la gioia che nasce dall’Eucarestia continui ad essere nutrimento per le nostre comunità parrocchiali e promessa per il futuro della Chiesa e della società». Il rettore ne ha invitato un congruo numero a visitare il seminario, a Ceneda. «Andando a celebrare la messa della domenica nelle parrocchie della diocesi – in questi anni del mio servizio come rettore – mi accorgevo della loro presenza, mi colpiva spesso la loro semplicità, li vedevo come un segno della Provvidenza, una ricchezza per l’Eucaristia domenicale e più ampiamente per la vita della nostra Chiesa diocesana. E mi dicevo: “Perché non invitarli una sera in Seminario? Farebbe bene ai giovani seminaristi e anche a loro”». Una cinquantina coloro che hanno risposto. Tra loro anche Michael, un giovane nigeriano che ogni mese si reca in seminario per animare l’incontro della scuola di preghiera con i giovani della diocesi. All’incontro sono intervenute anche ragazze straniere, che potrebbero essere interessate a farsi suore.

Questi c’hanno già venduti. E nemmeno per trenta denari.