Terrorista intercettato: “Entra in Italia e chiedi Asilo, non ci sono controlli”

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L’Italia è il posto migliore da dove entrare per evitare i controlli antiterrorismo. Del resto è qui che scaricano centinaia di clandestini al giorno, che vuoi controllare?

A ricordarcelo, rivelandolo in alcune intercettazioni acquisite dalla polizia, è Moftah Al Sllake, membro di una rete jihadista con base in Libia.

Moftah è ricercato per aver preparato un attacco alcuni obiettivi in Italia.

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Le parole durante un colloquio con un misterioso interlocutore, da lui istruito sul metodo migliore per entrare in Europa: attraverso l’Italia.

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“Prendi l’aereo dalla Libia fino alla Turchia, poi un altro volo per la Tunisia con transito in Italia, andata e ritorno – si può leggere nelle trascrizioni – E scendi in Italia così non se ne accorgono.” E ancora: si consiglia di registrare un bagaglio “per non destare sospetti”. Le falle nei controlli sono evidenziate senza reticenze: “Non controllano bene, in Germania di più”.

“Rimani nell’aeroporto italiano, lasci partire il tuo volo e quando l’aereo se ne è andato ti consegni. Se ti chiedono di fare le impronte digitali rifiuti e poi vai, perché dove fai le impronte poi diventa il luogo della tua richiesta d’asilo.”

Al Sllake venne individuato a Genova, dove avrebbe svolto una doppia ricognizione nel centro commerciale “Fiumara” per un possibile attentato terroristico. A breve l’apertura del processo, celebrato in contumacia.

«Il 9 marzo 2016 Al Sllake scende insieme a un uomo da un treno alla stazione di Genova Cornigliano e si fa indicare dove si trova il centro commerciale della Fiumara… L’indagato si reca all’interno della struttura per venti minuti. In questa circostanza non mostra alcun interesse verso gli oggetti in vendita nei negozi, ma si limita a quelle che sono sembrate vere e proprie ispezioni degli ambienti». Cinque giorni dopo, siamo al 14 marzo 2016, stessa scena. Al Sllake torna alla Fiumara e vi resta altri venti minuti, precisi. Non guarda oggetti, non si cura delle vetrine, «ma controlla gli ambienti». Per i detective dell’antiterrorismo quelle due visite a uno dei più grandi centri commerciali della città «sono chiaramente due sopralluoghi».